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Bonaccini: “basta egoismi o sarà la fine dell’Europa”

Intervista del 1 aprile del “Quotidiano Nazionale” al Presidente della Regione Emilia-Romagna, dell’ AICCRE e del CCRE/CEMR Stefano Bonaccini.

📌 Governatore, con l’eurodeputato Carlo Calenda, il governatore Giovanni Toti e altri sindaci ha pubblicato una lettera sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung, chiedendo solidarietà alla Germania. Perché?
«Siamo davanti a una pandemia globale. Il compito dell’Europa è affrontare insieme questa fase di emergenza e soprattutto realizzare misure straordinarie per sostenere le imprese e le famiglie del continente. Guai, se una volta rialzati, non avessimo già a disposizione gli strumenti necessari per la ripresa».
📌 Eppure la sensazione pare più quella del ‘Ognuno si salva da solo’.
«In questo caso, saremmo tutti travolti. Se l’Europa non sarà parte della soluzione allora sarà parte del problema. Purtroppo, al momento la Germania dà spazio a chi si appella solo alle ragioni di bilancio e degli egoismi nazionali, Olanda in testa. Per questo le chiediamo di prendere una strada diversa. L’Europa nasce dalle macerie della guerra, dalla fratellanza, dalla solidarietà. Fino a quando l’interesse comune ha guadagnato spazio sugli egoismi nazionali tutti i Paesi sono cresciuti; da quando invece è iniziato a prevalere l’interesse di parte siamo diventati la parte del mondo che cresce di meno e che invecchia di più».
📌 Insisterete sugli eurobond?
«Attraverso l’emissione di bond europei, un debito comune e quindi non dei singoli Stati, chiediamo che si finanzi un grande piano di misure sanitarie, sociali ed economiche».
📌 Molti dei nostri anziani trovano similitudini fra la situazione attuale e il periodo di guerra: all’epoca si ripartì con la solidarietà, ad esempio con l’accordo del ’53 che aiutò proprio la Germania riducendone il debito. I tedeschi dovrebbero ripassare un po’ la storia?
«La storia deve essere fonte di insegnamento per tutti, tedeschi compresi. Mi lasci dire una cosa: come Emilia-Romagna abbiamo un rapporto di collaborazione storico con il Land tedesco dell’Assia, fondato sulla cooperazione e la solidarietà. Nei giorni scorsi ci hanno proposto di accogliere nei loro ospedali pazienti positivi della nostra regione. Sono convinto che la Germania sia anche questo».
📌 Ma il disinteresse del Nord Europa (anche Olanda e Svezia) si espande. Da cosa deriva?
«Per troppo tempo la politica ha alimentato paure ed egoismi, basta guardare a casa nostra. Ora ciascun governo vede bene che c’è una difficoltà comune, un interesse comune, un’opportunità comune; solo che teme di sentirsi rinfacciare dalla propria opinione pubblica gli stessi messaggi sbagliati che per anni ha elargito a piene mani e in modo irresponsabile. Ricordiamoci che mentre qualcuno qui diceva ‘Prima gli italiani’, altrove altri ripetevano ‘Prima gli olandesi’, ‘Prima i tedeschi’. Per questo oggi è così difficile cambiare».
📌 Quale può essere una proposta, se continuerà il no agli eurobond dedicati al virus?
«L’Italia sta lavorando per una soluzione comune. Siamo di fronte alla crisi più grave dalla Seconda guerra mondiale, servirà un impiego di risorse enorme e non credo ci siano alternative a un’operazione di reperimento fondi a costi azzerati e spalmata sul lunghissimo periodo».
📌 Se continueranno queste divisioni, l’Europa non rischia di soccombere, come ha detto Jacques Delors?
«La risposta è semplice: sì, il rischio è esattamente questo. Pur in una situazione drammatica, l’Unione europea e le istituzioni comunitarie hanno forse l’ultima occasione per dimostrare di avere un’anima, quella da cui e per cui è nata».

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