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Oggi 29 maggio inizia a Parigi il dodicesimo ciclo di negoziati ad alto livello sulle modalità di conclusione di un trattato mondiale contro l’inquinamento da plastica. Di fronte alla triplicazione della produzione di plastica prevista entro il 2060, l’UE cercherà di ottenere disposizioni giuridicamente vincolanti sulla produzione primaria di plastica, per garantire una produzione e un consumo sostenibili. Oltre mille delegati di governi, ONG, industrie e società civile discuteranno allo scopo di decidere, entro la fine del 2024, un nuovo strumento giuridicamente vincolante per mettere fine all’inquinamento da plastica, anche nell’ambiente marino.

L’Unione europea proporrà anche misure destinate a eliminare e limitare i prodotti di plastica il cui utilizzo può essere evitato o sostituito, che generano rifiuti o che costituiscono un rischio significativo per la salute umana e per l’ambiente. Allo stesso tempo, i prodotti di plastica che devono restare nell’economia dovrebbero essere concepiti in modo più sostenibile, soprattutto aumentando l’utilizzo della plastica riciclata.

L’UE svolge un ruolo guida nella lotta mondiale contro l’inquinamento da plastica, sostenendo l’istituzione della High Ambition Coalition to End Plastic Pollution, coalizione che si è impegnata nei negoziati ad alto livello per eliminare l’inquinamento da plastica entro il 2040. La coalizione ha reso pubblica la sua dichiarazione ministeriale, richiedendo diversi obblighi di legge fondamentali nel nuovo trattato.

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La Commissione europea ha approvato, in base alle norme dell’Unione sugli aiuti di Stato, un regime italiano da 300 milioni di € per eliminare gli ostacoli tecnici all’interoperabilità della rete ferroviaria. Lo scopo del regime è di promuovere il passaggio del traffico merci e passeggeri dal trasporto su strada a quello ferroviario, nonché di migliorare la sicurezza e l’efficienza di quest’ultimo.

L’Italia intende sostenere l’istallazione dell’ultima versione disponibile del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario sui veicoli della rete ferroviaria italiana. Si tratta di un sistema europeo di controllo della sicurezza e di gestione delle ferrovie unico, volto a sostituite i diversi sistemi nazionali attualmente in uso in tutta Europa, allo scopo di migliorare l’interoperabilità del trasporto ferroviario transfrontaliero e la competitività del trasporto ferroviario in generale. L’Italia intende implementare il sistema europeo di gestione del traffico ferroviario in tutta la rete ferroviaria nazionale entro il 2036. Nell’ambito del regime, gli aiuti assumono la forma di sovvenzioni dirette alle compagnie ferroviarie per l’acquisizione e l’istallazione di apparecchiature di bordo del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario. Il regime sarà in vigore fino al 31 dicembre 2026.

La Commissione ha valutato la misura ai sensi delle norme dell’Unione sugli aiuti di Stato, in particolare l’articolo 93 del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea riguardante il coordinamento dei trasporti, e delle linee guida della Commissione per gli aiuti di stato alle imprese ferroviarie del 2008. La Commissione ha constatato che il regime è necessario per promuovere l’interoperabilità e l’utilizzo del trasporto ferroviario, che riduce la congestione stradale ed è meno inquinante rispetto a quello su strada, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo e con la strategia dell’UE per una mobilità sostenibile e intelligente.

La Commissione ha inoltre constatato che gli aiuti avranno un “effetto di incentivazione”, in quanto i beneficiari non realizzerebbero gli investimenti in assenza del sostegno pubblico. La Commissione ha infine concluso che il regime è proporzionato, poiché limitato al minimo necessario, e ha un effetto limitato sulla concorrenza e sugli scambi tra gli Stati membri. Su queste basi la Commissione ha concluso che il regime italiano è conforme alle norme dell’Unione sugli aiuti di Stato.

La versione non riservata della decisione sarà consultabile con il numero SA.102707 nel registro degli aiuti di Stato sul sito web della DG Concorrenza della Commissione una volta risolte eventuali questioni di riservatezza.

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“La riforma del governo locale in Ucraina ha bisogno di meccanismi che facilitino il decentramento delle risorse, responsabilità condivise, competenze adeguate e chiaramente delineate e risorse commisurate per sostenere la ricostruzione in linea con le esigenze locali e regionali”, ha sottolineato il Segretario Generale del Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d’Europa Mathieu Mori, durante il Workshop “Putting the Lugano Principles into Action: Joint Workshop in vista della London Ukraine Recovery Conference 2023 ” tenutasi recentemente a Bruxelles.

Il Segretario generale del Congresso ha inoltre sottolineato la necessità di responsabilizzare e formare le autorità locali e regionali in modo che siano in grado di contribuire efficacemente al registro dei danni istituito dal Consiglio d’Europa al vertice tenutosi a Reykjavík.

Il Presidente della Camera dei Poteri Locali, Bernd Vöhringer, ha approfondito la rinnovata piattaforma Cities4Cities | United 4 Ukraine, e che è un esempio concreto di risposta rapida per aiutare gli enti locali e regionali ucraini e allo stesso tempo di creazione di sinergie per partenariati e cooperazione sostenibili a lungo termine . Vöhringer ha inoltre incoraggiato tutti i partecipanti a promuovere e sostenere il coinvolgimento degli enti locali e regionali locali e regionali, nonché delle loro associazioni nazionali , nella resilienza, ripresa e trasformazione dell’Ucraina.

L’evento è stato anche l’occasione per proseguire il dialogo di lunga data con le associazioni degli enti locali e regionali, il Parlamento e il governo dell’Ucraina, nonché le principali organizzazioni intergovernative e le agenzie di cooperazione.

Il workshop Mettere in pratica i principi di Lugano “Rafforzare il ruolo dei governi locali e regionali nel processo di ripresa e ricostruzione dell’Ucraina e sulla strada verso l’adesione all’UE” è stato organizzato dal Comitato europeo delle regioni nell’ambito dell’Alleanza europea delle città e delle regioni per la Ricostruzione dell’Ucraina, in vista della Ukraine Recovery Conference 2023 che si terrà a Londra il 21-22 giugno 2023.

Dichiarazione finale /raccomandazioni del seminario ​ “Mettere in atto i principi di Lugano” alla conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina (Londra, giugno 2023)”

Risoluzione sull’accordo parziale allargato per l’istituzione di un registro dei danni causati dall’aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina
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Per accelerare il congelamento dei beni e le confische e colmare le lacune, i parlamentari europei della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni hanno recentemente adottato un progetto di posizione sulle nuove regole.

Rispetto alla legislazione esistente, la nuova direttiva riguarderebbe anche il traffico di armi da fuoco, alcuni reati commessi nell’ambito di un’organizzazione criminale e la violazione delle sanzioni dell’UE. Nella loro posizione, gli eurodeputati propongono di includere anche il traffico illegale di materiale nucleare, i crimini che rientrano nella giurisdizione della Corte penale internazionale, il sequestro illegale di aerei e navi e il sabotaggio.

Il testo concordato colmerebbe le lacune garantendo che i beni possano essere congelati rapidamente, con misure d’urgenza temporanee ove necessario. La proposta reprimerebbe anche coloro che eludono la confisca con l’aiuto di una terza persona e consentirebbe la confisca in alcuni casi in cui la condanna non è possibile, ad esempio in caso di malattia o morte di un sospetto.

Per rendere più efficienti le indagini transfrontaliere, la legge armonizzerebbe i poteri degli uffici per il recupero dei beni istituiti dagli Stati membri, garantendo loro l’accesso alle informazioni necessarie, come i registri dei titolari effettivi, le informazioni su titoli e valuta, i dati doganali e le informazioni finanziarie annuali dichiarazioni delle aziende. Infine, per evitare il degrado dei beni, gli Stati membri dovrebbero istituire uffici dedicati per la gestione dei beni confiscati.

Il Parlamento europeo vuole inoltre garantire che le vittime siano risarcite prima della confisca, soprattutto nei casi transfrontalieri, e consentire l’utilizzo dei beni confiscati per scopi sociali o di interesse pubblico.

Nel 2010-2014, solo il 2,2% dei proventi di reato è stato congelato nell’UE e solo l’1,1% di questi proventi è stato confiscato. Nel dicembre 2021 il Parlamento europeo ha chiesto l’ armonizzazione del regime dell’UE in materia di recupero e confisca dei beni e, nella strategia dell’UE per contrastare la criminalità organizzata (2021-2025), la Commissione ha proposto di rafforzare tali norme.

Di recente, le sanzioni globali dell’UE contro la Russia a seguito della sua invasione dell’Ucraina hanno mostrato la necessità di applicare sanzioni più rigorose e migliorare la tracciabilità dei beni. Insieme alla presente proposta, i deputati stanno anche lavorando a una legge che armonizzi le definizioni e le sanzioni delle violazioni sanzionatorie .
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