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Nel 2022, le retribuzioni orarie medie e gli stipendi nell’intera economia erano stimati a 22,9 euro nell’UE e 25,5 euro nella zona euro. Rispetto al 2021, sono aumentate del 4,4% nell’UE e del 4,0% nell’area dell’euro.

All’interno dell’area dell’euro, le retribuzioni orarie e gli stipendi sono cresciuti tra tutti i membri. Sono aumentati di meno in Italia, Malta e Finlandia (+2,3% ciascuna) e di più in Lituania (+13,4%), Estonia (+8,8%) e Croazia (+8,7%).

Per i paesi dell’UE al di fuori dell’area dell’euro, anche le retribuzioni orarie e gli stipendi espressi in valuta nazionale sono aumentati in tutti i paesi. Sono aumentati di meno in Danimarca (+2,2%) e Svezia (+3,0%) e di più in Ungheria (+16,4%), Bulgaria (+15,5%), Romania (+12,3%) e Polonia (+11,7%).

Nel 2022, rispetto al 2021, le retribuzioni orarie nell’area dell’euro sono aumentate del 2,9% nell’economia (principalmente) non commerciale e del 4,4% nell’economia aziendale: +3,9% nell’industria, +4,9% nell’edilizia e + 4,5% nei servizi. Nell’UE, le retribuzioni orarie e gli stipendi sono cresciuti del 3,2% nell’economia (principalmente) non commerciale e del 4,9% nell’economia aziendale: +4,6% nell’industria, +5,2% nell’edilizia e +5,0% nei servizi.

Articolo Eurostat sul costo orario del lavoro

Sezione tematica Eurostat sul costo del lavoro

Database Eurostat sulla paga oraria
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La pandemia di COVID-19 ha avuto ripercussioni sulle catene di approvvigionamento agricolo dal produttore al consumatore. In questo audit, la Corte dei Conti europea ha esaminato il 20 aprile se la risposta dell’UE sia stata adeguata.

La Corte ha constatato che la Commissione europea ha reagito prontamente emanando utili orientamenti, fornendo sostegno diretto e approntando misure di mercato come la distillazione di crisi.

Tuttavia, secondo la Corte, gli Stati membri non hanno utilizzato in modo sufficientemente mirato il sostegno diretto e le norme sulla distillazione di crisi non erano chiare. I pagamenti a titolo di aiuti di Stato sono stati più significativi in termini monetari, ma la Corte ha constatato che potevano determinare una distorsione della concorrenza e compensazioni eccessive.

La Corte raccomanda alla Commissione di condividere le buone pratiche, in modo da rendere più mirate le misure della PAC, e di proporre norme più chiare in caso di crisi future.

Relazione speciale in italiano (PDF) della Corte dei Conti Europea Sicurezza delle catene diapprovvigionamento agricolodurante la pandemia di COVID-19
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Il 20 aprile i prestatori di servizi di assistenza a lungo termine, le parti sociali e gli erogatori di istruzione e formazione, con il sostegno della Commissione europea, hanno istituito un partenariato su vasta scala per le competenze nel settore dell’assistenza a lungo termine. Il partenariato è volto a migliorare sia i percorsi professionali sia la qualità dell’assistenza prestata, rendendo più attraente il settore dell’assistenza a lungo termine.

I partner si impegnano a consentire e a contribuire alla formazione di almeno il 60% della forza lavoro nel settore dell’assistenza a lungo termine (3,8 milioni di lavoratori) ogni anno fino al 2030.

Con l’invecchiamento della popolazione europea, la domanda di assistenza è in aumento. Oltre 6,3 milioni di persone lavorano attualmente nel settore dell’assistenza a lungo termine nell’UE. Entro il 2050 saranno necessari altri 1,6 milioni di lavoratori per mantenere l’attuale livello di copertura dell’assistenza. Per far fronte alla carenza di manodopera, è essenziale che il settore dell’assistenza a lungo termine mantenga e attragga i lavoratori, anche migliorando le competenze e la formazione.

Ciò favorirà anche la parità di genere, in quanto le donne rappresentano quasi il 90% della forza lavoro totale nel settore dell’assistenza.

Il partenariato per le competenze nel settore dell’assistenza a lungo termine è stato annunciato nella strategia europea per l’assistenza. Al centro della serie di misure sulle competenze e l’istruzione digitali presentate questa settimana c’è anche il sostegno alla formazione digitale. Questo partenariato è il 16º nell’ambito del patto per le competenze e contribuisce all’Anno europeo delle competenze.
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Il Centro comune di ricerca della Commissione europea ha pubblicato il 20 aprile una relazione dal titolo Minacce ibride: un ecosistema globale di resilienza, che offre ai decisori politici un modello e raccomandazioni su come contrastare la complessità delle minacce ibride in modo efficiente e coordinato. Il modello CORE (ecosistema globale di resilienza) funge da quadro strategico e consente ai responsabili politici di decidere quali risorse, strumenti e misure mobilitare contro attività ostili a livello europeo, degli Stati membri od operativo.

Lo rende noto una nota apparsa sul sito della Rappresentanza italiana della Commissione europea.

Questo nuovo modello, realizzato in partenariato con il Centro europeo di eccellenza per la lotta alle minacce ibride, prende in considerazione le interazioni tra le diverse fasce della società (governance, civico e servizi, tra gli altri) e i diversi livelli (internazionale, nazionale e locale), e contribuisce a dimostrare come le minacce ibride sfidano le democrazie incidendo in modo diverso sui vari elementi del modello.

Il CORE può quindi essere considerato un modello per il pensiero adattivo, che aiuta gli Stati membri dell’UE a comprendere come promuovere individualmente o collettivamente la resilienza e ampliare il proprio margine di manovra quando affrontano minacce ibride.

Il modello CORE aiuterà i decisori politici a contribuire al pacchetto di strumenti UE contro le minacce ibride, come previsto dalla Bussola strategica per la sicurezza e la difesa. Come indicato nelle principali strategie dell’UE, come la Comunicazione sulla strategia dell’UE per l’Unione della sicurezza, i paesi stanno riscontrando un livello di complessità crescente delle minacce ibride. Attori statali e non statali utilizzano strategie ibride, come attacchi informatici, campagne di disinformazione, ingerenze dirette nei processi elettorali e politici, coercizione economica e strumentalizzazione dei flussi migratori irregolari.

La comunicazione sul contributo della Commissione alla difesa europea ha inoltre chiesto con urgenza che sia dato forte impulso alla resilienza europea e alla difesa contro queste minacce. In questo articolo sono presenti ulteriori informazioni.
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Il Consiglio d’Europa ha lanciato nei giorni sorsi una serie di strumenti pratici per aiutare i giovani migranti e rifugiati nel passaggio all’età adulta, con il sostegno della Presidenza islandese e la partecipazione del Ministro dell’istruzione e dei minori islandese, Ásmundur Einar Daðason.

Intervenendo a un evento internazionale di lancio al Centro europeo della gioventù, chiamato “Turning 18 with Confidence: Supporting Migrant and Refugee Children in transition to Adulthood” (Compiere 18 anni con sicurezza: sostenere i bambini migranti e rifugiati nel passaggio all’età adulta), il Ministro Daðason ha sottolineato che sebbene “normalmente definiamo l’infanzia fino all’età di 18 anni, è di estrema importanza che noi, come governi, continuiamo a fornire il nostro sostegno oltre questa età, rafforzando i nostri sistemi di collaborazione e dialogo con i giovani stessi. Non esiste un passaggio magico che avviene al compimento dei 18 anni, i giovani sono ancora le stesse persone del giorno prima. Pertanto, dobbiamo assicurarci che la sensibilità di questo fatto sia parte integrante del modo in cui i governi pensano, agiscono e stabiliscono le priorità”.

La Rappresentante speciale della Segretaria generale per le migrazioni e i rifugiati (SRSG), Leyla Kayacik, ha riconosciuto la resilienza di questi giovani che superano la soglia d’età per la protezione dell’infanzia, e ha ribadito l’impegno del Consiglio d’Europa a sostenerli nel loro passaggio all’età adulta, in linea con le norme. “Il loro benessere e la riuscita inclusione sono fondamentali per la coesione delle società ospitanti e meritano un’attenzione particolare”, ha affermato.

Insieme a una guida pratica sull’attuazione della Raccomandazione (CM/Rec (2019)4) del Comitato dei Ministri, l’evento ha presentato la Roadmap to Adulthood (piano d’azione verso l’età adulta) e altri strumenti sviluppati nell’ambito del progetto multilaterale del Consiglio d’Europa Building Futures, Sharing Good Practices: Migrant Children’s Transition to Adulthood – UACFutures (Costruire il futuro, condividere le buone pratiche: passaggio dei bambini migranti verso l’età adulta).

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Il 20 aprile il Parlamento europeo (PE) ha approvato i mandati negoziali e deciso di avviare i colloqui con gli Stati membri su diversi dossier relativi alle politiche di migrazione e asilo.

Il PE ha approvato l’avvio dei negoziati interistituzionali su tutti i dossier legislativi sui quali hanno votato.

Queste regole si applicheranno alle frontiere dell’UE alle persone che in linea di principio non soddisfano le condizioni di ingresso di uno Stato membro dell’UE. Comprendono l’identificazione, il rilevamento delle impronte digitali, i controlli di sicurezza e la valutazione preliminare dello stato di salute e della vulnerabilità. Nei loro emendamenti, i deputati hanno aggiunto un meccanismo indipendente di monitoraggio sul rispetto dei diritti fondamentali che si applicherà anche alla sorveglianza delle frontiere, al fine di garantire che eventuali respingimenti siano segnalati e indagati.

Maggiori informazioni sulle procedure di screening nel comunicato sulla votazione in commissione parlamentare (EN/FR)

E’ stato approvato il mandato negoziale per l’atto legislativo centrale del pacchetto asilo e migrazione, che verte sulla gestione dell’asilo e della migrazione.

Il regolamento stabilirà come l’UE e gli Stati membri agiranno congiuntamente per gestire l’asilo e la migrazione. Introdurrà nuovi criteri per determinare la responsabilità dei Paesi UE nel trattamento di una domanda di asilo (i cosiddetti criteri di Dublino) e l’equa ripartizione delle responsabilità. Include un meccanismo di solidarietà vincolante per assistere i Paesi che subiscono pressioni migratorie, anche a seguito di operazioni di ricerca e salvataggio in mare.

Per quanto concerne La decisione di avviare i negoziati anche sul regolamento sulle situazioni di crisi, il testo si concentra sugli arrivi improvvisi e massicci di cittadini di Paesi non-UE che determinano una situazione di crisi in un determinato Stato membro e che, sulla base di una valutazione della Commissione, comporterebbe trasferimenti obbligatori e deroghe alle procedure di screening e di asilo.

Maggiori informazioni sui regolamenti sulla gestione e sulle situazioni di crisi nel comunicato sulla votazione in commissione parlamentare (EN/FR)

Il PE ha approvato il mandato negoziale per le modifiche all’attuale direttiva sui residenti di lungo periodo. Il testo prevede misure per l’accelerazione della concessione dei permessi di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo dopo 3 anni di residenza legale e la possibilità di integrare le persone che godono dello status di protezione temporanea. I residenti di lungo periodo dell’UE dovrebbero avere il diritto di trasferirsi in un altro Paese dell’Unione senza ulteriori restrizioni lavorative e i loro figli a carico dovrebbero ottenere automaticamente lo stesso status.

Dopo il via libera della plenaria, i deputati potranno avviare i negoziati sulla forma finale di questi testi legislativi con il Consiglio UE su quei dossier per i quali gli Stati membri hanno già concordato la propria posizione, in particolare le procedure di screening.
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Dal 20 aprile l’Ucraina è diventato uno Stato partecipante al meccanismo di protezione civile dell’UE, il quadro di solidarietà europeo che aiuta i paesi colpiti da una catastrofe.

Informa di questo una nota stampa della Commissione europea.

Il commissario per la gestione delle crisi, Janez Lenarčič, è stato il 20 aprile a Kiev per firmare ufficialmente un accordo a nome dell’Unione europea che garantisce all’Ucraina la piena adesione al meccanismo.

Dall’inizio della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina nel febbraio 2022, il meccanismo di protezione civile dell’UE ha fornito assistenza di emergenza all’Ucraina da tutta Europa.

Più di recente, più di 1.000 generatori di energia interamente finanziati dall’UE sono stati mobilitati in Ucraina dalle riserve energetiche strategiche di rescEU. Ora, essendo un membro a pieno titolo, l’Ucraina sarà anche in grado di inviare aiuti tramite il meccanismo in un momento in cui un altro paese si trova in crisi.

Il 20 aprile l’UE ha stanziato anche altri 55 milioni di euro in finanziamenti umanitari all’Ucraina in aggiunta ai 145 milioni di euro già forniti all’inizio di quest’anno. Questo nuovo finanziamento umanitario si concentrerà sulla preparazione per il prossimo inverno.
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