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Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha adottato il 14 dicembre una nuova Raccomandazione rivolta agli Stati membri sui principi in materia di diritti umani e sulle linee guida per la determinazione dell’età nel contesto della migrazione.

I minori rifugiati e migranti sono tra le persone più vulnerabili e più esposte ai rischi nel corso della loro migrazione. Il fatto che non siano in grado di dimostrare la loro età effettiva accresce la loro vulnerabilità e il rischio di essere esposti a violenze, sfruttamento, maltrattamenti o di diventare vittime della tratta di esseri umani. La Raccomandazione è il primo strumento giuridico internazionale che stabilisce norme in materia di diritti umani sulla determinazione dell’età nel contesto della migrazione.

La Raccomandazione include, tra gli altri, il principio di presunzione della minore età per le persone sottoposte alle procedure per l’accertamento dell’età e richiede che gli Stati membri applichino procedure multidisciplinari e basate su prove.

Ricorda agli Stati membri che una perizia medica per la determinazione dell’età dovrebbe essere effettuata unicamente qualora permangano ragionevoli dubbi sull’età presunta della persona, dopo avere esaurito le altre procedure appropriate.

La Raccomandazione adottata, che è stata elaborata dal Comitato direttivo del Consiglio d’Europa per i diritti dell’infanzia (CDENF), contribuisce al raggiungimento delle linee di indirizzo strategico fornite sia dalla Strategia per i diritti dei minori (2022-2027) del Consiglio d’Europa che dal Piano d’azione del Consiglio d’Europa sulla protezione delle persone vulnerabili nel contesto della migrazione e dell’asilo in Europa (2021-2025).
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La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 479 del 16 dicembre ha pubblicato una Risoluzione del Parlamento europeo (PE) dal titolo conseguenze sociali ed economiche per l’UE della guerra russa in Ucraina — rafforzare la capacità di agire dell’UE.

Il PE esprime solidarietà al popolo ucraino e riconosce che una guerra attiva alle frontiere immediate dell’UE ha gravi conseguenze sociali ed economiche per l’Europa; è pienamente consapevole del fatto che la democrazia e la libertà non hanno equivalenti in termini monetari o di comfort sociale; condanna nuovamente con la massima fermezza l’aggressione militare illegale, non provocata e ingiustificata e l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione russa, nonché il coinvolgimento della Bielorussia in tale conflitto.

L’Assemblea di Strasburgo sottolinea che l’aggressione militare russa contro l’Ucraina e le sanzioni giustificate dell’UE nei confronti della Russia e della Bielorussia stanno incidendo sulla ripresa economica post-pandemia dell’UE e rappresentano una grave minaccia per la sua strategia di ripresa e resilienza, nonché per l’integrità del mercato unico.

Il PE evidenzia che la guerra in corso in Ucraina ha inasprito una già grave crisi dei prezzi dell’energia in tutta Europa, che sta avendo un effetto negativo diretto sul potere d’acquisto di tutti i cittadini dell’UE e sulle PMI; ricorda che gli attuali prezzi elevati del gas e dell’elettricità interessano la maggior parte degli Stati membri, sebbene in misura diversa e in periodi diversi, e che l’attuale impennata dei prezzi richiede un intervento rapido al fine di individuare, evitare e prevenire le conseguenze socioeconomiche attraverso una risposta coordinata in materia di politica economica e sociale.

Tra l’altro, il PE sottolinea l’importanza di garantire la sovranità e l’indipendenza in campo energetico dalle forniture russe e una maggiore autonomia strategica e sicurezza energetica, potenziando e garantendo considerevoli investimenti nelle infrastrutture energetiche dell’UE, comprese le interconnessioni e le infrastrutture transfrontaliere per la produzione di energia rinnovabile, e l’efficienza energetica;

LA RISOLUZIONE COMPLETA IN ITALIANO (PDF)
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In occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (COP15) a Montreal, il 15 dicembre l’ Unione europea insieme a un certo numero di Stati membri e diversi altri paesi stanno unendo le forze per aumentare in modo significativo i finanziamenti per la biodiversità da tutte le fonti.

Lo comunica sul proprio sito la Commissione europea. In una dichiarazione congiunta dei donatori sui finanziamenti internazionali per la biodiversità, confermano l’intenzione di continuare ad aumentare i finanziamenti e sottolineano il ruolo degli aiuti per catalizzare gli investimenti nazionali e privati ​​nella biodiversità.

La dichiarazione congiunta dei donatori include un elenco di impegni dei donatori, invitando altre parti a contribuire.

In esso, la Commissione europea conferma il raddoppio “senza precedenti” del finanziamento internazionale dell’UE per la biodiversità a 7 miliardi di EUR per il periodo 2021-2027. L’ UE e i suoi Stati membri erano già i maggiori donatori al mondo, informa Bruxelles, ma con questo finanziamento aggiuntivo “dimostrano la determinazione ad arrestare e ridurre con urgenza la perdita di biodiversità a livello mondiale”. Il finanziamento sostiene direttamente i paesi partner di tutto il mondo nell’attuazione sul campo di progetti positivi per la natura che allo stesso tempo migliorano i mezzi di sussistenza delle persone. Ciò significa un sostegno concreto per aumentare le conoscenze, rafforzare le capacità, migliorare i quadri normativi e attrarre ulteriori finanziamenti lavorando in collaborazione con gli Stati membri dell’UE e le banche di sviluppo per aumentare l’impatto.

Ad esempio, con NaturAfrica, sosterremo circa 40 paesi con 1,5 miliardi di euro fino al 2024, per sostenere la biodiversità sbloccando opportunità economiche e sociali per le popolazioni locali.

Attualmente, c’è un significativo deficit finanziario in tutto il mondo per affrontare la crisi della biodiversità. La sola finanza pubblica internazionale non è sufficiente a colmare il gap finanziario della biodiversità.

Tutti i governi devono mobilitare più risorse nazionali per la natura e mettere in atto politiche che aiutino a sbloccare i finanziamenti privati, esorta la Commissione. Le iniziative esistenti come la Biodiversity Finance Initiative (BioFin) sostenuta dall’UE contribuiscono a generare risorse aggiuntive da tutte le fonti, a migliorare l’efficacia e l’efficienza delle risorse, ma anche a eliminare o reindirizzare gli incentivi dannosi per la biodiversità . Secondo l’OCSE, attualmente i governi stanno ancora spendendo da cinque a otto volte di più per danneggiare la biodiversità che per aiutarla.

Raggiungere l’obiettivo di arrestare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2030 richiede la partecipazione di tutti, allineando le finanze pubbliche e private con gli obiettivi del futuro Global Biodiversity Framework attualmente negoziato alla COP15.

Più del 50% della nostra economia dipende dalla natura, sottolinea Bruxelles, eppure alla natura non viene dato valore economico. La dichiarazione congiunta invita le banche multilaterali di sviluppo a integrare la biodiversità nelle loro azioni e ad aumentare i finanziamenti per la natura, massimizzando al contempo i co-benefici per diversi obiettivi di sviluppo sostenibile.

Anche le imprese hanno un ruolo importante da svolgere allineando le loro attività e operazioni finanziarie con gli obiettivi della biodiversità e allontanandole da attività che danneggiano la natura. Il monitoraggio, la valutazione e la diffusione degli impatti e delle dipendenze relativi alla biodiversità supporteranno gli investitori nel prendere decisioni informate.
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Il 15 dicembre i presidenti di Parlamento europeo, Consiglio dell’Unione e Commissione europea hanno firmato una dichiarazione comune sulle priorità legislative dell’UE per il 2023 e il 2024.

Lo rende noto un comunicato della Commissione.

La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, il primo ministro ceco Petr Fiala, per il Consiglio dell’Unione europea, e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen hanno firmato la dichiarazione congiunta sulle priorità legislative dell’UE per il 2023 e il 2024, sulla base dei solidi progressi compiuti nell’ultimo anno.

La dichiarazione congiunta, sottolinea il comunicato, “definisce una visione europea condivisa per un’Europa più forte e più resiliente di fronte all’aggressione brutale e non provocata della Russia contro l’Ucraina e al suo impatto di vasta portata, affrontando nel contempo altre gravi sfide come la crisi climatica e i venti contrari dell’economia. L’Unione europea continuerà a sostenere l’Ucraina e il suo popolo accelerando nel contempo la duplice transizione verde e digitale”.
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Il CEMR, attraverso un nota sul proprio sito, invita a consultare le priorità della Commissione Europea (DG JUST) per il 2023 e il 2024 e scoprire le prossime opportunità di finanziamento.

Il programma CERV è il più grande fondo UE, disponibile per promuovere e proteggere i diritti e i valori dell’UE (1,55 miliardi in 7 anni).

Insieme al programma Giustizia (305 milioni di euro in 7 anni), contribuisce a costruire un’Unione di Giustizia, Diritti e Valori.
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Il presidente del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa, Leendert Verbeek, ha rilasciato la seguente dichiarazione in merito alla pena detentiva e all’interdizione politica inflitte al sindaco di Istanbul, Ekrem İmamoğlu, da un tribunale turco il 14 dicembre:

“Sono estremamente preoccupato per questa decisione, che mira a rimuovere il sindaco della municipalità metropolitana di Istanbul dall’incarico politico. Questa decisione non solo viola i diritti dello stesso Ekrem İmamoğlu, ma ancora una volta ignora il suffragio espresso dagli elettori di 0’0. È un attacco diretto alla democrazia locale.

“La libertà di espressione, un diritto fondamentale in ogni democrazia, non è mai più importante che durante i periodi elettorali. Questa decisione è quindi molto preoccupante in termini di stato della democrazia in Turchia”.
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