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Il Parlamento europeo sul proprio sito ha pubblicato un approfondito articolo su cosa fa per i diritti delle donne e per raggiungere la parità sul luogo di lavoro, in politica e in altre aree della società.

L’Europa ha adottato leggi, pubblicato raccomandazioni, favorito lo scambio di buone pratiche e offerto fondi per sostenere l’azione degli stati membri. I concetti alla base della politica dell’uguaglianza di genere sono stati anche plasmati dalle sentenze della Corte europea di giustizia. Il Parlamento europeo adotta regolarmente relazioni di iniziativa sulle questioni di genere, chiedendo più sforzi per raggiungere l’uguaglianza.

Il Parlamento europeo è sempre stato molto attivo nel raggiungere l’uguaglianza fra donne e uomini e ha una commissione permanente sui diritti delle donne e l’uguaglianza di genere. Ogni anno il Parlamento europeo ricorda la Giornata internazionale della donna organizzando eventi per mantenere alta la consapevolezza sui temi dell’uguaglianza.

Nel gennaio 2022, gli eurodeputati hanno rinnovato la loro richiesta per la creazione di una nuova formazione del Consiglio che favorisca gli incontri fra i ministri e i segretari di stato incaricati di occuparsi dell’uguaglianza di genere. L’obiettivo di tale nuova configurazione è quello di facilitare l’avanzamento di importanti iniziative per l’uguaglianza di genere, come la ratifica della convenzione di Istanbul sulla lotta alla violenza contro le donne.

A febbraio del 2021, il Parlamento ha adottato una risoluzione per valutare i progressi compiuti dopo oltre 25 anni dalla dichiarazione di Pechino e le sfide future che ancora attendono l’UE in relazione ai diritti delle donne. Gli eurodeputati hanno espresso preoccupazione per i passi indietro fatti in alcuni paesi dell’UE e il conseguente rischio che l’uguaglianza di genere possa essere ulteriormente rimandata nella tabella di marcia degli Stati membri. Il Parlamento europeo ha anche chiesto alla Commissione di garantire che i diritti delle donne siano presi in considerazione in tutte le sue proposte, di sviluppare piani concreti per arginare il tasso di povertà delle donne e, infine, di impegnarsi per diminuire il divario retributivo di genere.

PE: Cronologia delle tappe fondamentali nella lotta per i diritti delle donne a livello europeo

Parità di genere al Parlamento
Per sottolineare l’importanza rivestita dal tema della parità di genere, nel 2020 il Parlamento europeo ha istitito la Settimana europea sulla parità di genere. Tale iniziativa, fornisce alle commissioni parlamentari l’opportunità di considerare le questioni affrontate da una prospettiva di genere.

I diritti riproduttivi e sessuali delle donne
Nel giugno 2021, il Parlamento europeo ha adottato una relazione in cui esorta i paesi dell’UE a proteggere e a migliorare la salute sessuale e riproduttiva delle donne. Gli europarlamentari vogliono l’accesso universale all’aborto legale e sicuro, sistemi contraccettivi di alta qualità e l’insegnamento dell’educazione sessuale nelle scuole primarie e secondarie. Inoltre, hanno chiesto l’esenzione dell’IVA sui prodotti mestruali.

Nel marzo 2022, il Parlamento europeo ha adottato il Piano d’azione dell’UE per l’uguaglianza di genere III, volto a promuovere la salute sessuale e riproduttiva e i diritti delle donne al di fuori dell’UE e a garantire l’accesso universale nei paesi dell’UE.

Maternità, paternità e congedo parentale
Nel 2019 l’UE ha approvato nuove regole sui congedi di cura familiare e per condizioni di lavoro più adattabili. L’obiettivo è quello di incentivare i padri a prendere periodi di congedo per occuparsi della famiglia e promuovere così la parità e l’occupazione femminile.

Divario salariale di genere
Il Parlamento ha anche chiesto misure concrete per ridurre il divario retributivo di genere – la differenza di reddito tra uomini e donne – che nell’UE era in media del 13% nel 2020 e il divario pensionistico – la differenza di reddito pensionistico ottenuto da uomini e donne – che si attestava al 29% nel 2019. Il Parlamento ha chiesto inoltre misure per ridurre la povertà femminile, poiché le donne hanno maggiori probabilità di vivere in povertà rispetto agli uomini.

Nell’aprile 2022 il Parlamento ha appoggiato la proposta della Commissione per una direttiva sulla trasparenza salariale, che punta a garantire che le aziende con 50 o più dipendenti semplifichino il confronto degli stipendi e adottino misure attive per ridurre le differenze.

Ulteriori informazioni sulle azioni dell’UE per colmare il divario retributivo di genere

Più donne nelle discipline tecnologiche e scientifiche
In Europa le donne sono fortemente sottorappresentate nel settore digitale: è meno probabile che intraprendano studi o facciano domanda per un lavoro in questo campo. In una risoluzione adottata nel 2018, il Parlamento europeo ha chiesto ai paesi membri di mettere in pratica misure concrete per integrare meglio le donne nei settori delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni e di sostenere l’istruzione in questi settori e nelle discipline scientifiche, tecnologiche e matematiche.

Donne nei consigli di amministrazione
In una risoluzione adottata a febbraio 2021, il Parlamento europeo ha chiesto di portare avanti le norme suggerite grazie alle quali si garantirebbe che almeno il 40% dei membri non esecutivi dei consigli di amministrazione delle aziende siano donne. Sulla base di una proposta della Commissione, gli europarlamentari e i stati membri dovrebbero iniziare presto i negoziati per accrescere l’equilibrio di genere all’interno dei consigli di amministrazione.

Nel giugno 2022, i negoziatori del Parlamento europeo e degli Stati membri dell’UE hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla parità di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa nell’UE. Con la direttiva “Women on Boards” si punta a garantire che almeno il 40% dei posti di direzione senza incarichi esecutivi o il 33% dei restanti posti di direzione, siano occupati dal sesso sottorappresentato. A seguito dell’adozione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio, gli Stati membri avranno due anni per attuare la direttiva.

Prevenire la violenza contro le donne
L’UE combatte la violenza contro le donne in molti modi.
Il Parlamento ha anche insistito per attirare l’attenzione su specifiche forme di violenza quali le molestie sessuali, il traffico e la prostituzione forzata, la mutilazione genitale femminile, lo stalking e la violenza in rete. Nel febbraio 2021 gli eurodeputati hanno chiesto alla Commissione di proporre una direttiva del Parlamento europeo che impedisca e combatta ogni forma di violenza di genere. La Commissione dovrebbe presentare una proposta al Parlamento nel marzo 2022.

Nell’UE, si stima che il 22% delle donne abbia subito violenza fisica e/o sessuale e il 43% abbia subito violenza psicologica.

Come viene affrontata la violenza di genere nell’UE.

Dall’immigrazione al commercio estero
Il Parlamento ha ripetutamente chiesto alla Commissione europea di mantenere la coerenza nei confronti dell’uguaglianza di genere in tutte le politiche per il commercio, lo sviluppo, l’agricoltura, l’impiego, il lavoro e l’immigrazione.

In una risoluzione adottata nel 2016 il Parlamento europeo ha chiesto una serie di linee guida di genere come parte di una più ampia riforma sull’immigrazione e l’asilo politico.

Nella relazione adottata nel 2018, gli eurodeputati hanno chiesto un approccio più consapevole verso le questioni di genere nelle politiche sul cambiamento climatico per sostenere le donne, spesso in situazioni più vulnerabili.

Tutti gli accordi commerciali devono includere clausole vincolanti per assicurare il rispetto dei diritti umani, fra cui l’uguaglianza di genere, secondo la risoluzione adottata nel 2018.

Donne in politica
Il Parlamento europeo ha chiesto ripetutamente un maggiore sforzo per la partecipazione delle donne in politica, in modo da promuovere un processo decisionale più giusto e inclusivo a tutti i livelli.

In una relazione adottata a gennaio 2019 il Parlamento ha chiesto a tutti i partiti politici europei di assicurare che uomini e donne vengano proposti in maniera eguale per ricoprire le cariche più importanti nel Parlamento europeo nella nona legislatura.

Il Parlamento europeo, il cui mandato è ufficialmente iniziato nel luglio 2019, è il più paritario di sempre: il 41% dei membri sono donne, una cifra in aumento rispetto al 36,5% della legislatura precedente.

Infografica dedicata alle donne nel Parlamento europeo

Parità di genere e la pandemia da COVID-19

Il Parlamento europeo teme che la crisi dovuta alla pandemia COVID-19 possa acuire il divario di genere. La pandemia rischia di avere conseguenze a lungo termine perché potrebbe portare altri 47 milioni di donne e ragazze in tutto il mondo sotto la soglia di povertà. Inoltre le donne sono in prima linea nella lotta contro COVID-19: il 76% dei 49 milioni di persone impiegate nel settore sanitario in Europa sono donne. La pandemia ha inoltre avuto effetti negativi su settori dell’economia tradizionalmente femminili, come il turismo, la cura dell’infanzia e i lavori domestici.

Infografica PE sull’impatto della pandemia COVID-19 sulle donne

I numeri dimostrano che l’aumento del lavoro di assistenza non retribuito e del telelavoro durante la pandemia ha colpito l’equilibrio vita-lavoro e la salute mentale delle donne più duramente degli uomini.

Infografica PE su telelavoro, assistenza non retribuita, salute mentale delle donne e degli uomini durante il Covid-19

La relazione del 2022 sulla parità di genere nell’Unione europea (EN)
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Negli ultimi anni la vita urbana ha subito una serie di rapide trasformazioni legate al cambiamento climatico accelerato e alla pandemia di Covid-19, all’aggravarsi del divario sociale e all’introduzione di nuove tecnologie. Inoltre, le questioni relative alla democrazia e al coinvolgimento dei cittadini si sono concentrate e nuove modalità di partecipazione politica hanno acquisito importanza, non solo, ma anche nell’ambiente urbano.

Di fronte alle sfide che ciò comporta, il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa propone una revisione della Carta urbana europea II (2008) al fine di sostenere gli enti locali e regionali nella costruzione di società più democratiche, coese, sostenibili e digitali . Nel corso di un dibattito nella seduta della Camera degli enti locali del 26 ottobre 2022, in occasione della 43a Sessione del Congresso, i membri hanno esaminato i diversi aspetti di questo lavoro che riflette anche le priorità del Congresso per il 2021-2026.

Il progetto Urban Charter III mira a offrire soluzioni innovative alle sfide attuali e principi universali di governance etica, futuro equo, sviluppo sostenibile e solidarietà.

Tenendo conto dell’acquis del Congresso, la nuova Carta Urbana riunirà sotto un unico ombrello il lavoro svolto nei diversi comitati, in particolare per promuovere un ambiente salubre, la riduzione delle disuguaglianze sociali, il rafforzamento dell’interazione urbano-rurale come così come città intelligenti e incentrate sull’uomo. Sullo sfondo delle attuali minacce alla democrazia liberale, la Carta Urbana III sottolineerà l’importanza di salvaguardare la democrazia a livello locale migliorando la qualità della democrazia rappresentativa e della partecipazione dei cittadini, in particolare dei giovani, nelle città e nei paesi.

Il progetto di Carta Urbana III sarà presentato per l’adozione al Congresso durante la Sessione di ottobre 2023.
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Il sito della DG Politica Regionale dell’UE informa che la Commissione europea ha lanciato un nuovo invito a presentare proposte nell’ambito del Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (EMFAF) per “Progetti faro regionali a sostegno dell’economia blu sostenibile nei bacini marittimi dell’UE”

Il bando faro regionale, con una dotazione di 7,6 milioni di EUR, è incentrato sulla cooperazione nei bacini marittimi dell’UE, in particolare nell’Atlantico, nel Mar Nero, nel Mediterraneo, nella regione del Mar Baltico e nelle regioni ultraperiferiche dell’UE. Ha un tasso di cofinanziamento dell’80% per tutti gli argomenti, ad eccezione dell’argomento 5, che ha un tasso di cofinanziamento dell’85%.

Il bando affronta sei diversi temi:

Tema 1: promuovere la diversificazione delle attività di pesca nell’area atlantica (2 milioni di EUR disponibili)
Tema 2: sfruttare la preparazione e la risposta all’inquinamento marino nel Mar Nero (0,6 milioni di EUR disponibili)
Tema 3: promozione di trasporti e porti sostenibili nel Mediterraneo (2,4 milioni di EUR disponibili)
Tema 4: promuovere i cluster marittimi come fattore abilitante innovativo per un’economia blu sostenibile nel Mediterraneo (1 milione di EUR disponibile)
Tema 5: promozione del turismo marittimo e costiero sostenibile nelle regioni ultraperiferiche (1 milione di euro disponibile)
Tema 6: promozione dell’agricoltura oceanica rigenerativa nella regione del regioni ultraperiferiche (0,6 milioni di EUR disponibili)

Maggiori informazioni
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Il diritto alla vita, alla sicurezza e alla protezione dalla violenza e il contrasto ai crimini d’odio basati su orientamento sessuale, identità di genere, espressione di genere e caratteristiche sessuali in Europa sono stati i temi all’ordine del giorno di una tavola rotonda che si è tenuta a Dublino il 27 ottobre. L’evento è stato organizzato, nel quadro della Presidenza irlandese del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, dal Ministero irlandese per l’Infanzia, l’Uguaglianza, la Disabilità, l’Integrazione e la Gioventù, dal Ministero irlandese degli Affari esteri e dall’ Unità SOGI del Consiglio d’Europa, con il sostegno dell’Ufficio per le Uguaglianze del Governo del Regno Unito.

Il Presidente del Comitato direttivo del Consiglio d’Europa sull’antidiscriminazione, la diversità e l’inclusione (CDADI), Triantafillos Loukarelis, ha confermato: “È preoccupante il numero di persone LGBTI in Europa che, appartenendo a un gruppo spesso preso di mira come capro espiatorio ed emarginato, sono costrette a nascondere il loro orientamento sessuale o la loro identità di genere per timore di subire violenze. Le nostre discussioni si concentrano sull’esame dei pregiudizi nutriti dagli autori di reati d’odio motivati dall’orientamento sessuale, l’identità di genere, l’espressione di genere o le caratteristiche sessuali, reali o presunti, delle vittime”. Ha aggiunto che la Tavola rotonda rientra nell’ambito della revisione tematica annuale della Raccomandazione del Consiglio d’Europa sulle misure per combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale o l’identità di genere e che i suoi risultati contribuiranno all’elaborazione del rapporto sui crimini d’odio e la protezione delle persone LGBTI dalla violenza, che sarà adottato dal CDADI nel 2023.

I partecipanti, comprendenti rappresentanti degli Stati membri, di istituzioni internazionali, di ONG e del mondo universitario, hanno discusso le norme internazionali, la protezione giuridica, la cooperazione istituzionale, la sensibilizzazione e i diritti delle vittime di reati motivati dall’orientamento sessuale, l’identità di genere, l’espressione di genere e le caratteristiche sessuali (SOGIESC), nonché le modalità per uno scambio di buone pratiche e di soluzioni per evitare gli incidenti fomentati dall’odio.
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La Commissione europea rende noto il 28 ottobre in un comunicato stampa di aver accolto con favore l’accordo raggiunto il 27 ottobre dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione, assicurando che tutte le nuove auto e furgoni immatricolati in Europa saranno a emissioni zero entro il 2035.

Come passo intermedio verso emissioni zero, i nuovi standard di CO2 richiederanno anche una riduzione delle emissioni medie delle auto nuove del 55% entro il 2030 e dei nuovi furgoni del 50% entro il 2030 . Questo accordo segna il primo passo nell’adozione delle proposte legislative “Fit for 55” presentate dalla Commissione nel luglio 2021 e dimostra in vista della COP27 l’attuazione interna da parte dell’UE dei suoi impegni internazionali sul clima.

Questo “chiaro segnale rivolto ai produttori e ai cittadini accelererà la produzione e la vendita di veicoli a basse e zero emissioni e metterà il trasporto su strada su un solido percorso verso la neutralità climatica entro il 2050”, scrive Bruxelles.

Questa nuova legislazione renderà il sistema di trasporto sostenibile, fornirà aria più pulita per gli europei e segna un passo importante nella realizzazione del Green Deal europeo dell’UE .

L’accordo provvisorio odierno richiede ora l’adozione formale da parte del Parlamento e del Consiglio. Una volta completato questo processo, la nuova normativa sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione ed entrerà in vigore .
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Nel novembre 2021 la Direzione Generale delle Politiche Regionali e Urbane della Commissione Europea (DG REGIO) ha lanciato un invito a presentare proposte al fine di selezionare un beneficiario incaricato di organizzare e gestire un invito a presentare progetti dedicato agli adolescenti, tra i 15 e i 24 anni e residenti in territori ammissibili al Fondo per una transizione giusta.

La DG REGIO ha annunciato il 16 giugno la proposta vincitrice: “EUTeens4Green – Una nuova generazione di ambasciatori giovanili per una transizione verde inclusiva” del consorzio composto da Startup Europe Regions Network ; Youth and Environment Europe , CEE Bankwatch Network con il supporto Generation Climate Europe .

La loro proposta ha un budget di quasi 1 milione di euro. Il consorzio avrà il compito di organizzare un bando per progetti aperti agli adolescenti residenti in uno o più territori ammissibili al Just Transition Fund (vedi elenco dei territori ammissibili, in Italia Taranto, Sulcis-Iglesiente).

I progetti dei ragazzi mireranno ad aumentare la partecipazione e il coinvolgimento delle persone, che sono meno esposte ai benefici della transizione verde. Si rivolge a persone con scarsa consapevolezza e comprensione dell’impatto della “transizione verde” sulla loro vita professionale e privata e che, allo stesso tempo, hanno risorse o opportunità limitate per partecipare alla definizione di azioni per una transizione sostenibile.

Attraverso il bando verranno finanziati almeno 70 progetti di adolescenti. Ogni progetto riceverà un contributo fino a 10.000 euro. Il periodo di attuazione durerà fino a 12 mesi.

EUTeens4Green è una delle quattro iniziative di bandiera che la DG REGIO ha preparato nel contesto dell’Anno europeo della gioventù.

Il sito della DG Politica Regionale informa il 28 ottobre che presentazione delle domande è stato prorogato al 9 gennaio 2023.

Bando EUTeens4Green
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Un dibattito presentato dalla Confederazione Europea dei Sindacati Indipendenti (CESI) Gioventù e dal Forum Europeo dei Giovani su ”Cicatrici residue: salute mentale dei giovani, post-pandemia’ si svolgerà il 21 novembre 2022 dalle 12e30 alle 14e 30. Il dibattito si terrà online e in presenza a Bruxelles.

Ci si può iscriverti a questo evento sulla pagina di registrazione del CESI .

La crisi del Covid ha avuto un impatto devastante sui giovani, un fatto che il Parlamento europeo ha riconosciuto nella risoluzione approvata a febbraio. Tuttavia, la questione rimane insufficientemente riconosciuta e affrontata a livello politico.

I giovani mostrano segni crescenti di disagio mentale a seguito della pandemia. Una recente ricerca dell’Organizzazione Mondiale della Sanità indica che il suicidio è la quarta causa di morte tra i 15 ei 19 anni. In Europa, il Forum europeo della gioventù ha rilevato che, durante la pandemia, quasi 2 giovani su 3 possono essere colpiti da problemi di salute mentale e benessere e ha evidenziato i forti legami tra la salute mentale e l’ambiente socioeconomico dei giovani.

Non da ultimo, sullo sfondo dell’attuale Anno Europeo della Gioventù 2022, il CESI Youth e il Forum Europeo della Gioventù mirano a sensibilizzare e segnalare le complesse e persistenti sfide della salute mentale che troppi giovani continuano ad affrontare in Europa.

Link per iscrivervi all’evento.
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