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Il Dipartimento per le Politiche Europee e il Ministero dell’Università e della Ricerca indicono il Concorso Nazionale “University 4 EU – Il tuo futuro, la nostra Europa” nel quadro delle iniziative dedicate alla Conferenza sul futuro dell’Europa.

Il concorso è rivolto alle istituzioni appartenenti al sistema della formazione superiore italiano, statali e non statali legalmente riconosciute, comprese le Università telematiche.

Obiettivo del concorso è quello di premiare iniziative di sensibilizzazione (dibattiti, incontri, iniziative e progetti sul territorio) sull’avvenire dell’Unione Europea che coinvolgano studenti, società civile e autorità locali con riferimento a uno o più dei seguenti temi:
Cambiamento climatico e ambiente
Salute
Un’economia più forte, giustizia sociale e occupazione
L’UE nel mondo
Valori e diritti, Stato di diritto, sicurezza
Trasformazione digitale
Democrazia europea
Migrazione Istruzione, cultura, gioventù e sport

Le proposte selezionate al termine della valutazione saranno premiate con un contributo di 4.000 €.

Leggi il bando del Concorso Nazionale
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E-News, diritti umani ed uguaglianza, climate change, In Evidenza, Ultime Notizie, Notizie
La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C15 del 12 gennaio pubblica la Risoluzione del Parlamento europeo sugli effetti dei cambiamenti climatici sui diritti umani e il ruolo dei difensori dell’ambiente in tale ambito.

documento si fa rilevare che: gli impatti dei cambiamenti climatici e del continuo degrado ambientale sulle risorse di acqua dolce, gli ecosistemi e i mezzi di sussistenza delle comunità stanno già compromettendo l’effettivo godimento dei diritti umani, in particolare i diritti alla vita, alla sicurezza alimentare, all’acqua potabile sicura e ai servizi igienico-sanitari, alla salute, all’alloggio, all’autodeterminazione, al lavoro e allo sviluppo, come evidenziato dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni unite in una risoluzione;
che, anche se fosse raggiunto l’obiettivo internazionale di limitare il riscaldamento globale a un aumento di 2 oC rispetto ai livelli pre-industriali, la portata di detti impatti aumenterà drasticamente nei prossimi decenni;
che i paesi contribuiscono in modo diverso ai cambiamenti climatici e hanno responsabilità comuni ma differenziate;
che i cambiamenti climatici rappresentano una minaccia immediata e di ampia portata per i popoli del mondo, soprattutto per le persone povere, che risultano particolarmente vulnerabili, come evidenziato dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni unite in una altra sua risoluzione.

Il Parlamento quindi sottolinea che i dati relativi alle malattie e ai decessi prematuri dovuti all’inquinamento ambientale sono già tre volte superiori a quelli concernenti l’AIDS, la tubercolosi e la malaria. e ciò costituisce una minaccia per il diritto alla vita, a un ambiente sano e a un’aria pulita. Le catastrofi naturali quali inondazioni, tempeste tropicali e lunghi periodi di siccità si verificano con frequenza sempre maggiore e determinano conseguenze nefaste sulla sicurezza alimentare nei paesi del sud del mondo e sul godimento di numerosi diritti umani.

Il documento si sofferma sulle restrizioni e le misure di confinamento legate alla COVID-19 che “hanno ridotto la trasparenza e il monitoraggio delle violazioni dei diritti umani e hanno intensificato le intimidazioni politiche e la sorveglianza digitale, limitando nel contempo l’accesso alla giustizia e la capacità dei difensori dell’ambiente, degli attori locali, delle comunità indigene e di altri soggetti di partecipare efficacemente ai processi decisionali”.
Le misure di confinamento delle comunità indigene e le misure sanitarie hanno limitato la loro capacità di pattugliare e proteggere i loro territori. Queste limitazioni dovrebbero essere sostenute da una legislazione legittima e democratica; che la capacità della comunità internazionale di monitorare e indagare le presunte violazioni è stata notevolmente ridotta a causa della pandemia.

Strasburgo sottolinea che “l’esercizio, la protezione e la promozione dei diritti umani profondamente connessi alla dignità umana e un pianeta sano e sostenibile sono interdipendenti” e invita l’UE e gli Stati membri ad agire in quanto partner credibili e affidabili sulla scena mondiale attraverso l’adozione, il rafforzamento e l’attuazione di normative conformi a un approccio globale all’azione per il clima basato sui diritti umani, onde orientare le politiche e le misure di mitigazione dei cambiamenti climatici e di adattamento agli stessi e assicurare che siano adeguate, sufficientemente ambiziose, non discriminatorie e conformi agli obblighi in materia di diritti umani. La risoluzione osserva che le norme e i principi derivati dal diritto internazionale in materia di diritti umani dovrebbero orientare tutte le politiche e i programmi connessi ai cambiamenti climatici in ciascuna fase del processo e invita l’UE e gli Stati membri a incoraggiare i paesi terzi, le imprese e gli enti locali ad attuare e adottare soluzioni e misure che contribuiscano alla protezione dell’ambiente e affrontino le conseguenze dei cambiamenti climatici.

L’Assemblea di Strasburgo invita l’Unione e gli Stati membri a rafforzare il legame esistente tra i diritti umani e l’ambiente nel quadro della loro azione esterna e ad assistere e sostenere i meccanismi internazionali, regionali e locali per i diritti umani nell’affrontare le sfide ambientali, in particolare l’impatto dei cambiamenti climatici sul pieno godimento dei diritti umani e invita la Commissione europea a garantire l’integrazione delle questioni relative ai cambiamenti climatici e ai diritti umani in tutte le pertinenti politiche dell’UE e ad assicurare la coerenza di tali politiche;

Si ricorda quindi l’obbligo giuridico di rispettare il diritto a un ambiente sicuro, pulito, sano e sostenibile, che costituisce, tra l’altro, una condizione per attività economiche sostenibili che contribuiscano al benessere e al sostentamento degli individui e delle comunità.

La risoluzione invita la Commissione a garantire che gli impegni concreti in materia di diritti umani, ambiente e cambiamenti climatici già stabiliti nel piano d’azione dell’UE per i diritti umani e la democrazia 2020-2024 siano attuati e monitorati efficacemente e che nell’attuazione del piano sia inclusa una prospettiva di genere e che chiede l’integrazione della prospettiva di genere nelle politiche e nei programmi di sviluppo sostenibile, al fine di garantire che i diritti delle donne e delle ragazze — compresi la salute sessuale e riproduttiva, i relativi diritti e i servizi sanitari necessari –, la promozione della parità di genere e la giustizia climatica siano integrati attraverso programmi strategici.

Si invita successivamente la Commissione europea ad aumentare l’assistenza tecnica e finanziaria e le attività di sviluppo delle capacità per aiutare i paesi terzi a integrare i diritti umani nei loro programmi e nelle loro azioni nazionali per il clima e a rispettare le normative ambientali internazionali in modo da garantire che gli obiettivi in materia di cambiamento climatico non interferiscano con l’esercizio dei diritti umani in quei paesi.

Il Parlamento europeo rammenta che le disuguaglianze, le violenze e le discriminazioni subite dalle donne sono amplificate dai cambiamenti climatici e invita l’UE e gli Stati membri a elaborare e attuare politiche con una prospettiva trasversale di genere nel settore del commercio, della cooperazione e dell’azione esterna e per il clima, promuovendo l’emancipazione e la partecipazione delle donne ai processi decisionali e riconoscendo le specifiche limitazioni che le donne e le ragazze devono affrontare.

La risoluzione tra l’altro esprime profonda preoccupazione in merito al fatto che una recessione globale causata dalla pandemia di COVID-19 potrebbe indebolire, ritardare o modificare gli impegni assunti dagli Stati in termini di obiettivi climatici internazionali e di norme in materia di diritti umani; e invita l’UE e gli Stati membri a garantire che le politiche previste per la ripresa economica siano pienamente compatibili con la promozione e tutela dei diritti umani, come sancito dall’articolo 21 del trattato di Lisbona, nonché con la protezione dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile.

LA RISOLUZIONE COMPLETA (PDF) IN ITALIANO
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Secondo il Comitato europeo delle regioni (CdR), “un processo permanente di consultazione dei cittadini attraverso i loro rappresentanti locali e regionali costituirebbe un importante miglioramento della democrazia europea”. Il CdR ha presentato recentemente una relazione intermedia basata sul contributo fornito dai cittadini durante i dialoghi locali sui nove temi principali della Conferenza.

“Il contributo di quasi 130 dialoghi con i cittadini in tutta l’UE, scrive in un comunicato il CdR, “dimostra chiaramente che i leader locali e regionali sono considerati soggetti primari di questo processo di consultazione. Le idee raccolte nel corso di questi dialoghi sono state presentate alla piattaforma digitale della Conferenza e rifletteranno la voce dei cittadini insieme ai panel europei di cittadini organizzati nel quadro della Conferenza”.

La relazione del CdR rispecchia i risultati di oltre 130 eventi che si sono svolti nel 2021, raggiungendo oltre 10 000, politici locali e parti interessate.
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Nel programma di lavoro adottato recentemente dalla Commissione europea nel quadro degli investimenti digitali finanziati dal Meccanismo per collegare l’Europa (Cef Digital) è stato destinato un miliardo di euro di finanziamenti per migliorare le infrastrutture di connettività digitale nell’Unione europea nei prossimi tre anni.

Il Cef Digital è destinato a finanziare la diffusione delle infrastrutture 5G in Europa, specie lungo i corridoi transfrontalieri; l’aggiornamento delle reti dorsali esistenti, comprese le federazioni cloud, le infrastrutture di comunicazione quantistica ultra sicure e i cavi sottomarini; le infrastrutture di connettività digitale relative a progetti transfrontalieri nel settore trasporti o energia e le piattaforme digitali operative direttamente associate alle infrastrutture dei trasporti o dell’energia.
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Sul sito della DG politica regionale della Commissione europea si da notizia del programma European Heritage Youth Ambassador che invita studenti e giovani da tutta Europa e oltre a condividere le loro storie ed esperienze nel campo del patrimonio, rilevanti per le parti interessate delle strategie macroregionali dell’UE che lavorano sia nel turismo che nelle questioni giovanili.

European Heritage Youth Ambassadors mira a coinvolgere più giovani nel campo della conservazione del patrimonio. Questo è importante, si legge sul sito, e ancor di più in quanto il 2022 è l’Anno europeo della gioventù. Inoltre, il patrimonio comune può essere la base per un futuro comune. In quanto tali, le strategie macroregionali dei programmi Interreg potrebbero anche beneficiare della cooperazione con gli ambasciatori europei del patrimonio giovanile, ad esempio tramite Interreg Volunteer Youth che promuove la cooperazione territoriale tra i giovani.

Ciascun European Heritage Youth Ambassador fungerà da ponte tra studenti e giovani professionisti e istituzioni europee del patrimonio come Europa Nostra, ESACH e European Heritage Tribune, per la realizzazione di molte altre iniziative guidate dai giovani.

Gli European Heritage Youth Ambassador rappresentano la voce dei giovani all’interno delle attività di Europa Nostra online e attraverso la partecipazione a conferenze ed eventi. Ciò consente loro di impegnarsi nei progetti e nelle attività dell’ESACH e di essere un reporter per l’European Heritage Tribune nel loro paese d’origine.

Il programma inizierà a febbraio 2022 e durerà 12 mesi. Saranno selezionati 11 ambasciatori della gioventù del patrimonio europeo provenienti da diversi paesi. Maggiori informazioni possono essere trovate sul sito web di ESACH .
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