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Si è svolta a Salerno il 29 novembre presso il palazzo della Provincia (via Roma 10) l’iniziativa dell’AICCRE (fed.Campania) “Conferenza sul futuro dell’Europa: il contributo degli enti locali e delle Associazioni”.

“Il fulcro della Conferenza sul Futuro dell’Europa è la partecipazione popolare. Il successo della Conferenza è strettamente legato proprio al contributo delle persone: è infatti attraverso i suoi cittadini che l’Unione Europea ha deciso di interrogarsi su cosa essere. Ed è per questo motivo che stamattina, a Salerno, abbiamo promosso questa partecipazione attraverso la rete delle città e delle regioni”, hanno commentato gli organizzatori.

Sono intervenuti tra gli altri: Vincenzo Germano e Oreste Ciasullo, rispettivamente Presidente e Segretario regionale di AICCRE Campania; Michele Strianese, Presidente della provincia di Salerno; Lucia Fortini, Assessore Regione Campania alle politiche sociali e giovanili; Belinda Gottardi, AICCRE, Sindaco di Castel Maggiore e portavoce CEMR; Andrea Volpe, Consigliere regionale della Campania; Luisa Trumellini, Segretario nazionale del Movimento federalista europeo (MFE); Enzo Avossa, deputato al Parlamento. Le conclusioni sono state tratte da Andrea Cozzolino, europarlamentare.
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Sulla Gazzetta ufficiale C494 dell’8 dicembre è pubblicata la relazione del Parlamento europeo sulla politica di coesione e le strategie ambientali regionali nella lotta contro i cambiamenti climatici che sottolinea l’importanza di contrastare i cambiamenti climatici conformemente agli impegni assunti dall’Unione nel quadro del Green Deal europeo in vista dell’attuazione dell’accordo di Parigi e degli OSS, nel pieno rispetto del regolamento dell’UE in materia di tassonomia, tenendo conto degli aspetti sociali, economici e territoriali per garantire una transizione giusta per tutti i territori e le rispettive popolazioni senza lasciare indietro nessuno; pone l’accento sulla necessità di sancire il principio del «non arrecare un danno significativo» di cui al regolamento in materia di tassonomia per tutti gli investimenti.

Nella relazione parlamentare grande spazio al ruolo delle autorità locali e regionali:

La relazione accoglie con favore la proposta della Commissione relativa alla legge europea sul clima, che costituisce una pietra angolare del Green Deal europeo e sancisce l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 nella normativa dell’Unione come pure la necessità di tradurlo in azioni concrete a livello locale rispettando i vincoli e promuovendo i punti di forza di ciascun territorio, inclusi gli obiettivi intermedi per il 2030 e il 2040, come richiesto dal Parlamento europeo; rammenta a tale riguardo che l’obiettivo del Green Deal europeo è di proteggere, conservare e valorizzare il capitale naturale dell’Unione, nonché di proteggere la salute e il benessere dei cittadini dai rischi di natura ambientale e dalle relative conseguenze.

Il Parlamento europeo pone l’accento sulla necessità che le autorità locali e regionali assumano un impegno politico chiaro in relazione al conseguimento degli obiettivi climatici e sottolinea l’esigenza di intensificare il dialogo multilivello fra le autorità nazionali, regionali e locali in materia di pianificazione e attuazione delle misure nazionali relative al clima, all’accesso diretto ai finanziamenti per le autorità locali e al monitoraggio dei progressi delle misure adottate, evidenziando altresì l’urgenza di dotare le autorità locali e regionali degli strumenti finanziari e amministrativi pertinenti per raggiungere tali obiettivi; ritiene inoltre che le autorità locali e regionali svolgano un ruolo fondamentale in tutte le fasi di pianificazione, preparazione e attuazione dei progetti.

Si invitano le autorità di programmazione nazionali e regionali a massimizzare l’impatto trasformativo della protezione del clima e dell’ambiente nel contesto dell’attuale preparazione dei programmi nazionali e regionali.

La relazione inoltre invita tutte le autorità locali e regionali ad adottare strategie climatiche locali e regionali che traducano gli obiettivi stabiliti a livello dell’UE in obiettivi concreti a livello locale, secondo un approccio olistico basato sul territorio o orientato alle singole zone, che garantirebbe una visione a lungo termine per la transizione climatica e un migliore uso delle risorse finanziarie a titolo dalla politica di coesione; sottolinea che le strategie ambientali regionali dovrebbero coprire e includere i piani di gestione dei rifiuti.

Il Parlamento evidenzia il ruolo essenziale della politica di coesione, in sinergia con altre politiche, nella lotta contro i cambiamenti climatici come pure nel conseguimento della neutralità climatica entro il 2050 e del traguardo intermedio entro il 2030 e il 2040, e sottolinea il ruolo delle autorità locali e regionali nella realizzazione di una riforma di vasta portata delle politiche di investimento.

L’Assemblea diStrasburgo chiede che ci si adoperi per garantire una coerenza e un coordinamento maggiori fra la politica di coesione e le altre politiche dell’UE, al fine di migliorare l’integrazione strategica degli aspetti climatici, elaborare politiche più efficaci in materia di riduzione delle emissioni alla fonte, fornire finanziamenti dell’UE mirati e, di conseguenza, migliorare l’attuazione delle politiche climatiche sul territorio.



Si ricorda che le politiche climatiche dovrebbero contribuire a realizzare la piena e stabile occupazione, in particolare per quanto concerne i posti di lavoro verdi e blu e una formazione in grado di favorire il progresso sociale equo; ritiene che le politiche climatiche debbano tutelare i posti di lavoro maggiormente colpiti dai cambiamenti climatici creando nuovi lavori verdi in modo che i lavoratori non siano lasciati indietro quando taluni settori realizzeranno la transizione verso l’economia verde; esorta gli Stati membri a dare priorità alla lotta contro i cambiamenti climatici, agli sforzi a favore dello sviluppo inclusivo e sostenibile e della giustizia sociale come pure alla lotta contro la povertà, la povertà energetica e le politiche che vanno a scapito dei gruppi vulnerabili ed emarginati; sottolinea in questo contesto che dovrebbero essere presi ulteriori provvedimenti per combattere la povertà energetica.

Il Parlamento evidenzia che è fondamentale sostenere pienamente i principi della governance multilivello e del partenariato nel quadro della politica di coesione, anche per quanto concerne la prospettiva di genere, in quanto le autorità locali e regionali hanno competenze dirette in materia di ambiente e cambiamenti climatici e attuano il 90 % delle misure di adattamento ai cambiamenti climatici e il 70 % di quelle di mitigazione degli stessi; ricorda che le autorità locali e regionali possono anche mettere a punto azioni volte a promuovere fra i cittadini comportamenti rispettosi del clima, compresi quelli legati alla gestione dei rifiuti, alla mobilità intelligente e all’edilizia sostenibile; ribadisce che la transizione verso la neutralità climatica deve essere giusta e inclusiva e prestare particolare attenzione alle persone che vivono nelle zone rurali e remote; riconosce la necessità di sostenere i territori maggiormente colpiti dalla transizione verso la neutralità climatica, evitare l’aumento delle disparità fra le regioni e rafforzare la posizione dei lavoratori e delle comunità locali e regionali; invita tutti i livelli di governo ad adoperarsi al massimo per incoraggiare la cooperazione tra amministrazioni, in particolare la cooperazione verticale intergovernativa, interregionale, intercomunale e transfrontaliera, al fine di condividere conoscenze ed esempi di migliori pratiche in relazione a progetti e iniziative legati ai cambiamenti climatici finanziati nell’ambito della politica di coesione.


Strasburgo chiede l’adozione di strategie ambientali regionali olistiche onde garantire lo sviluppo sostenibile e mitigare le conseguenze dei cambiamenti climatici sostenendo la transizione energetica verso le fonti rinnovabili, la biodiversità e l’adattamento ai cambiamenti climatici; ritiene che tali strategie regionali dovrebbero sostenere l’impegno civico e i progetti avviati e gestiti a livello locale, nonché promuovere la cooperazione fra le regioni, anche mediante progetti transfrontalieri; invita la Commissione a sostenere e agevolare la cooperazione fra le regioni e lo scambio di competenze tecniche e migliori pratiche; pone l’accento sull’importanza di sostenere il principio del partenariato in tutte le fasi di programmazione, attuazione e monitoraggio della politica di coesione dell’UE e di istituire una forte cooperazione tra le autorità regionali e locali, i cittadini, le ONG e i portatori di interessi; sottolinea che le consultazioni pubbliche dovrebbero essere approfondite e significative e garantire la partecipazione attiva e rappresentativa delle comunità e dei portatori di interessi ai processi decisionali, al fine di instaurare un senso di responsabilità per le decisioni e i piani, promuovere l’elaborazione di iniziative e incentivare la partecipazione alle azioni; evidenzia l’importanza delle iniziative e dei progetti locali che contribuiscono al conseguimento della neutralità climatica.

L’Europarlamento pone l’accento sul ruolo essenziale delle autorità locali e regionali ai fini della realizzazione di una transizione equa verso un’economia climaticamente neutra per tutti, con al centro la coesione sociale, economica e territoriale, e chiede un maggior ricorso agli investimenti blu e verdi e all’innovazione nell’ambito della politica di coesione, nonché un uso più esteso delle soluzioni basate sulla natura; sottolinea che occorrono maggiori sinergie tra le diverse fonti di finanziamento a livello regionale, nazionale e dell’UE, nonché collegamenti più forti tra i finanziamenti pubblici e privati per aumentare l’efficacia delle strategie ambientali regionali nella lotta contro i cambiamenti climatici; ricorda che tale processo non sarebbe possibile senza una forte attenzione alle competenze; ritiene che le strategie ambientali regionali dovrebbero mirare anche a migliorare la capacità amministrativa delle istituzioni locali e regionali e a svilupparne il potenziale come motori di competitività economica, sociale e territoriale.

La relazione pone l’accento sull’importanza del concetto dei piccoli comuni intelligenti nell’affrontare le sfide climatiche dell’Unione e accoglie con favore l’integrazione di tale concetto nella futura PAC, nella politica di coesione e nella politica regionale dell’Unione; insiste affinché gli Stati membri includano l’approccio basato sui piccoli comuni intelligenti nei loro programmi per l’attuazione della politica di coesione dell’UE a livello nazionale e regionale come pure nei loro piani strategici nazionali della PAC, il che richiederà l’elaborazione di strategie «piccoli comuni intelligenti» (15) a livello nazionale; sottolinea il ruolo dell’approccio LEADER/CLLD nell’attuazione delle strategie «piccoli comuni intelligenti», che dovrebbero porre un forte accento sulla digitalizzazione, la sostenibilità e l’innovazione.

Strasburgo ricorda che il successo delle strategie ambientali regionali dipende altresì da solide politiche di ricerca e innovazione anche a livello locale e regionale; incoraggia la collaborazione fra autorità locali, istituti di ricerca e imprese, come avviene per le iniziative nell’ambito dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologia e delle sue comunità della conoscenza e dell’innovazione (CCI).



La relazione parlamentare invita la Commissione a monitorare i progressi compiuti dai governi nazionali e dalle autorità locali e regionali nell’affrontare i cambiamenti climatici a tutti i livelli e a pubblicare relazioni in proposito utilizzando uno standard comune per tutti gli Stati membri, come pure a valutare le interconnessioni tra le politiche ambientali e l’economia; sottolinea che le autorità locali e regionali dovrebbero essere coinvolte efficacemente a livello nazionale per quanto concerne la valutazione delle politiche in materia di cambiamenti climatici nel contesto del semestre europeo; pone l’accento sulla necessità di migliorare l’efficacia e la complementarità dei fondi SIE, nonché di altri programmi e strumenti dell’UE, quali il FEASR, il FEAMP, LIFE, Orizzonte Europa o Europa creativa, nell’affrontare i cambiamenti climatici; incoraggia gli Stati membri a garantire tale complementarità mediante un’applicazione territoriale ambiziosa dei rispettivi piani di ripresa nazionali, coinvolgendo tutti gli attori pertinenti delle regioni; invita altresì gli Stati membri a pubblicare una scheda di valutazione aggiornata periodicamente che misuri l’impatto territoriale delle misure per la ripresa nazionali ed europee, prestando particolare attenzione al contributo di tali misure alla lotta contro i cambiamenti climatici.

Si sottolinea inoltre il ruolo fondamentale che le isole, in particolare quelle di piccole dimensioni, e le regioni ultraperiferiche e periferiche/remote possono svolgere nella transizione verso la neutralità climatica come laboratori di innovazione per lo sviluppo di energie pulite, mobilità intelligente, gestione dei rifiuti ed economia circolare, ove il loro pieno potenziale venga sfruttato con strumenti, sostegno e finanziamenti adeguati, che consentano loro di svolgere un ruolo cruciale ai fini della ricerca sui cambiamenti climatici e la biodiversità; ricorda che dovrebbero poter avere accesso a risorse economiche sufficienti e a un’adeguata formazione, al fine di realizzare interventi integrati, settoriali e innovativi per lo sviluppo delle infrastrutture e dell’economia locale; sottolinea il potenziale in materia di energia rinnovabile delle regioni periferiche e ultraperiferiche, legato alle loro caratteristiche geografiche e climatiche.

La relazione sottolinea che l’integrazione di genere dovrebbe essere attuata pienamente e integrata come principio orizzontale in tutte le attività, le politiche e i programmi dell’UE, compresa la politica di coesione.



Si chiedono ulteriori investimenti nella mobilità sostenibile, come ad esempio le ferrovie, e nella mobilità urbana sostenibile per conseguire città più verdi che garantiscano ai cittadini una migliore qualità di vita.



Si evidenzia la proposta presentata dalla Commissione nel quadro della strategia dell’UE per la biodiversità per il 2030, in base alla quale le città con almeno 20 000 abitanti dovrebbero elaborare piani di inverdimento urbano per creare foreste, parchi e giardini urbani accessibili e ricchi di biodiversità, aziende agricole urbane, tetti e muri verdi, nonché strade alberate; ribadisce l’impatto positivo di una misura tale sul microclima urbano e sulla salute, in particolare dei gruppi vulnerabili.

Gli europarlamentari chiedono quindi l’istituzione di meccanismi di cooperazione regionale e interregionale efficaci nell’ambito della prevenzione delle catastrofi naturali, fra cui una capacità per la reazione, la gestione e l’assistenza reciproca in caso di disastri.

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Notizie
Dal 10 al 12 dicembre si riunirà per la terza e ultima volta il gruppo dei duecento cittadini europei su “Democrazia europea/valori e diritti, Stato di diritto, sicurezza” nell’ambito della Conferenza sul Futuro dell’Europa.

Vi parteciperanno circa 200 relatori di tutti gli Stati membri, di età e background diversi che decideranno le loro raccomandazioni per il futuro dell’Europa. Si baseranno sul lavoro precedente di due sessioni, tenutesi a Strasburgo il 24-26 settembre e online il 12-14 novembre.

Le riunioni dei gruppi di esperti, a cui parteciperanno tutti i cittadini del panel, saranno trasmesse in streaming sul Centro multimediale del Parlamento (venerdì e domenica) e sulla piattaforma digitale multilingue della conferenza.

Il panel “Democrazia europea/Valori e diritti, Stato di diritto, sicurezza” affronta argomenti connessi alla democrazia, come le elezioni, la partecipazione al di fuori dei periodi elettorali, la distanza percepita tra le persone e i loro rappresentanti eletti, la libertà dei mezzi di comunicazione e la disinformazione.

Il panel affronta inoltre questioni relative ai diritti e ai valori fondamentali, allo Stato di diritto e alla lotta contro tutte le forme di discriminazione. Allo stesso tempo si occupa della sicurezza interna dell’Ue, come la protezione degli europei dagli atti di terrorismo e da altri reati.

A proposito della Conferenza sul futuro dell’Europa, ricordiamo che a Strasburgo ad ottobre si è svolta la plenaria della conferenza sul futuro dell’Europa.

In questa riunione hanno presso posto gli 80 rappresentanti dei Panel dei cittadini europei, selezionati tra gli 800 riuniti a Strasburgo nei mesi di settembre e ottobre. La Plenaria ha discusso i contributi dei cittadini derivanti dalle diverse componenti della Conferenza nello stato attuale.Tra i partecipanti 18 rappresentanti del Comitato delle regioni e 18 del Comitato economico e sociale, 6 rappresentanti eletti delle autorità regionali e 6 rappresentanti eletti delle autorità locali, 12 rappresentanti delle parti sociali e 8 della società civile.

Manuela Bora, Consigliere regionale delle Marche, è stata uno dei 12 delegati, organizzati dal Comitato delle Regioni che rappresenteranno gli enti locali e regionali al gruppo di lavoro della Conferenza sul futuro dell’Europa. Manuela Bora è di nomina AICCRE nel CEMR che ha rappresentanza al CdR.
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L’Ansa riporta la notizia della bacchettata della Corte dei Conti europea all’Italia. Infatti, secondo la Corte, “L’Italia è tra i maggiori beneficiari del Fondo sociale europeo (Fse) per le misure a favore dell’accesso all’occupazione, con stanziamenti di 1,5 miliardi di euro, seconda soltanto alla Polonia, ma, nonostante queste risorse, è ancora lontana dal risolvere il problema della disoccupazione di lungo periodo. Emerge da un’analisi della Corte dei conti europea sul periodo di programmazione Ue 2014-2020, nella quale si esorta il nostro Paese a fare di più per affrontare il problema. I revisori hanno selezionato l’iniziativa ‘Incentivo Occupazione Sud’ attivata dall’Italia, che ha tra l’altro aiutato i datori di lavoro ad assumere 45mila disoccupati di lungo periodo nelle regioni più bisognose.

Tuttavia, la Corte ha osservato la mancanza di un approccio individualizzato e di misure mirate dedicate ai disoccupati di lunga data, che tra il 2013 e il 2019 hanno visto un forte peggioramento della loro situazione. Secondo i revisori, gli incentivi all’assunzione fin qui non avrebbero fatto abbastanza contro “il potenziale effetto scrematura” che tende a favorire il reimpiego di coloro che hanno perso il lavoro da poco rispetto ai disoccupati di lungo corso, situazione aggravata anche dalla pandemia. Le persone che rimangono senza lavoro per periodi più lunghi, infatti, solitamente perdono motivazione, fiducia e competenze, e i datori di lavoro potrebbero essere più riluttanti ad assumerli. Quindi il “rischio scrematura” potrebbe essere esacerbato in mancanza di misure future pensate specificamente per i disoccupati di lunga durata.

Per la nuova programmazione, la raccomandazione degli auditor è di “adottare un approccio personalizzato a tutti i disoccupati di lunga durata nel quadro delle politiche attive nazionali del mercato del lavoro”, ha dichiarato Lazaros Lazarou, membro della Corte dei conti europea e responsabile della relazione.
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Sulla Gazzetta ufficiale comunitaria C 483 del 1 dicembre scorso si informa che il 17 novembre 2021, la Mediatrice europea Emily O’Reilly ha presentato la sua relazione annuale per l’anno 2020 al Presidente del Parlamento europeo.

Nella presentazione della relazione si legge: “in aprile abbiamo ricordato alla Commissione europea che tutte le decisioni relative alla pandemia devono essere adottate nella maniera più trasparente possibile.
Nel mese di luglio abbiamo dunque chiesto informazioni all’Agenzia europea per i medicinali, alla Banca europea per gli investimenti e alla Commissione e abbiamo avviato due indagini riguardanti il Consiglio dell’Unione europea e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, al fine di verificare che tutte le decisioni relative alla pandemia – che riguardino la valutazione di nuovi medicinali o la scelta dei progetti da finanziare – siano chiare, accessibili e giustificate. Nell’intento di garantire che la nostra attività di gestione dei casi potesse proseguire senza interruzioni, l’ufficio si è rapidamente convertito in un luogo di lavoro digitale, cosicché il numero delle nuove denunce trattate è stato simile a quello del 2019″.
br> Nel 2020, continua la relazione, “abbiamo altresì condotto indagini che hanno portato a conclusioni di grande rilevanza per l’intera amministrazione dell’UE. In un caso abbiamo riscontrato gli estremi di cattiva amministrazione nelle modalità con cui l’Autorità bancaria europea ha gestito l’assunzione del suo direttore esecutivo presso un gruppo di pressione del settore finanziario. L’Autorità ha accettato la nostra raccomandazione e vi ha dato seguito. In un caso riguardante la finanza sostenibile abbiamo riscontrato che la pertinente normativa dell’Unione è troppo vaga e non permette quindi una valutazione adeguata dei conflitti di interesse nel contesto delle decisioni di aggiudicazione degli appalti finanziati dall’Unione europea”.

La mediatrice informa inoltre che sono state svolte molte indagini importanti “sulla trasparenza del processo decisionale relativo alle questioni ambientali. Una di queste indagini ha riguardato i motivi del mancato completamento di una «valutazione d’impatto per la sostenibilità» prima della conclusione dell’accordo commerciale UE-Mercosur, mentre un’altra indagine ha esaminato se la Banca europea per gli investimenti fornisca sufficienti informazioni ambientali sui progetti che finanzia”.

VAI ALLA RELAZIONE 2020 (IN ITALIANO)
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A cura della Commissione europea è stata pubblicata una nuova versione aggiornata online sull’“Agenda urbana per l’UE – Governance multilivello in azione” (UAEU)

L’Agenda ha consentito agli attori chiave di collaborare su questioni urbane e rafforzare il ruolo delle città nelle politiche nazionali e dell’UE per collegare meglio l’UE con le esigenze dei suoi cittadini e mira a realizzare il pieno potenziale e il contributo delle aree urbane al raggiungimento degli obiettivi dell’Unione e delle relative priorità nazionali. Funziona anche per integrare le autorità urbane nello sviluppo e nell’attuazione delle politiche, nonché per rafforzare la dimensione urbana di queste politiche.

L’UAEU, che è organizzato in partenariati tematici che rappresentano vari livelli governativi e parti interessate, concentra il suo lavoro su una migliore regolamentazione, migliori finanziamenti e una migliore conoscenza come i tre pilastri dell’elaborazione e dell’attuazione delle politiche dell’UE.

La pubblicazione sottolinea il ruolo dell’Agenda urbana per l’UE nel sostenere l’innovazione e il buon governo e nell’attuazione della Nuova Agenda urbana (NUA), nonché la diversità e la varietà delle azioni e dei risultati raggiunti finora. L’aggiornamento include riferimenti alla Nuova Carta di Lipsia, all’Accordo di Lubiana, la revisione del contributo degli Emirati Arabi Uniti alla NUA, nonché le risposte delle città degli Emirati Arabi Uniti al COVID-19. Include anche contributi della serie di articoli pubblicati nel 2021 e altri progetti e iniziative pertinenti dell’UE sostenuti dalla politica di coesione.

Il lettore sarà guidato attraverso una varietà di “storie d’azione” ed esempi di azioni suddivise per i diversi partenariati tematici e che lavorano in modo più integrato per affrontare questioni trasversali e sostenere una migliore regolamentazione, migliori finanziamenti e una migliore conoscenza. L’opuscolo esamina anche i molteplici programmi e iniziative dell’UE che affrontano lo sviluppo urbano sostenibile.

L’obiettivo è rafforzare la politica urbana nell’UE attraverso una migliore e più stretta cooperazione tra le città, gli Stati membri e l’UE. Scarica il nuovo documento interattivo.
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