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Il Parlamento europeo, in una risoluzione sui diritti umani e la democrazia nel mondo e sulla politica dell’Unione europea in materia , ricca di spunti di riflessioni, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 456 del 10 novembre 2021 ricorda che “l’accesso universale all’assistenza sanitaria è un diritto umano e sostiene qualsiasi progresso verso la copertura sanitaria universale in quanto essenziale per lo sviluppo sostenibile e ricorda che, nel contesto della pandemia di COVID-19, gli Stati devono garantire che le loro risposte includano un approccio sensibile agli aspetti di genere e intersettoriale al fine di garantire i diritti di tutte le donne e le ragazze di vivere libere dalla discriminazione e dalla violenza e di accedere ai servizi sanitari essenziali di cui necessitano per quanto concerne la salute sessuale e riproduttiva”.

L’Assemblea di Strasburgo sottolinea la terribile e crescente minaccia che i cambiamenti climatici, la distruzione ambientale e la perdita di biodiversità rappresentano per i diritti umani, in quanto privano le persone del diritto fondamentale alla vita, in particolare a causa dell’aumento della fame nel mondo, delle disuguaglianze economiche e sociali, delle limitazioni di accesso all’acqua, dell’innalzamento della mortalità per malnutrizione e della maggiore diffusione delle malattie; evidenzia che i cambiamenti climatici minano anche il godimento di altri diritti umani, compreso il diritto alla sicurezza alimentare, all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari sicuri, alla salute, ad alloggi adeguati, all’autodeterminazione, al lavoro e allo sviluppo; richiama inoltre l’attenzione sui rischi che i cambiamenti climatici comportano per la pace e la sicurezza, dal momento che l’insicurezza alimentare e la scarsità idrica possono generare una situazione di lotta per le risorse naturali seguita da instabilità e conflitti all’interno di Stati e fra i medesimi; richiama in particolare l’attenzione sul legame tra lo sfruttamento delle risorse naturali e il finanziamento dei conflitti, le guerre e la violenza, creato, direttamente o indirettamente, anche da parte di alcuni attori del settore privato; sottolinea che i paesi meno sviluppati sono i più vulnerabili ai cambiamenti climatici, in quanto hanno maggiore difficoltà di altri a reggerne gli impatti devastanti nonostante producano meno gas a effetto serra rispetto ai paesi più ricchi che hanno meno probabilità di essere colpiti allo stesso modo dai cambiamenti climatici.

Il Parlamento pone l’accento sul fatto che promozione e tutela dei diritti umani e l’azione per il clima e l’ambiente sono aspetti interconnessi, perché il diritto internazionale in materia di diritti umani prevede l’accesso a rimedi e strumenti giuridici con cui è possibile ottenere il risarcimento dei danni prodotti dai cambiamenti climatici, attuare misure contro i cambiamenti climatici e chiamare Stati, imprese e individui a dare conto delle loro risposte ai cambiamenti climatici e delle loro azioni che contribuiscono all’ulteriore degrado dell’ambiente.

Il Parlamento sottolinea la necessità di dedicare particolare attenzione agli aiuti destinati alle persone sfollate a causa dell’ambiente e del clima; ritiene importante adoperarsi su scala internazionale per definire il concetto di «sfollati ambientali» a livello di Nazioni Unite, al fine di istituire un quadro giuridico internazionale e adottare un approccio comune alla tutela di coloro che sono costretti ad abbandonare il luogo in cui risiedono; riconosce che le conseguenze ambientali dei cambiamenti climatici possono aggravare gli sfollamenti forzati e sottolinea pertanto la necessità di attuare rapidamente politiche per ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici, conformemente a quanto previsto dall’accordo di Parigi.

Il documento, tra l’altro, tocca il tema dei migranti,in particolare delle donne, dei bambini, dei disabili e delle persone con malattie croniche, sfollati, delle persone con un orientamento sessuale diverso, delle persone appartenenti alle minoranze etniche, religiose e di credo perseguitate, che figurano tra i più vulnerabili e osserva che, secondo le stime, il numero di migranti internazionali nel 2019 ha sfiorato i 272 milioni di persone, pari al 3,5 % della popolazione mondiale, di cui oltre 20 milioni erano rifugiati, e che negli ultimi due anni si sono verificati sfollamenti e movimenti migratori su larga scala; prende atto dell’aumento del numero di richiedenti asilo nel 2019 che hanno presentato domanda di protezione internazionale negli Stati membri dell’UE-27 a seguito di pratiche repressive e violazioni dei diritti umani da parte, tra l’altro, di dittature che detengono il potere politico in modo illegale; denuncia le misure politiche che erodono i diritti umani dei migranti e dei rifugiati e mettono a repentaglio la loro sicurezza e le loro vite; denuncia con fermezza i casi di discriminazione, intolleranza, persecuzione e omicidi legati alla migrazione o allo status di rifugiato; respinge la tendenza negativa alla persecuzione e alla criminalizzazione dell’operato di quanti si battono in difesa dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati e forniscono loro assistenza

Strasburgo poi sottolinea il persistere di una diffusa violenza basata sul genere, tra cui il femminicidio, e discriminazione in ogni regione del mondo, compresa l’UE, frutto di disuguaglianze di genere, norme di genere e dinamiche di potere ineguali, di pratiche culturali come le discriminazioni basate sulla casta o di sistemi giuridici discriminatori da lungo tempo consolidati, nonché di azioni di propaganda e disinformazione che minano i diritti delle donne; condanna lo sfruttamento delle donne attraverso la tratta di esseri umani e tutte le forme di violenza di genere, compresa la violenza sessuale, fisica e psicologica, che sono tra le violazioni più diffuse e sistematiche dei diritti umani.

Il documento del Parlamento ricorda quindi che l’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, della solidarietà, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, come stabilito dall’articolo 2 TUE; sottolinea che la difesa di questi valori all’esterno e la promozione della democrazia, dello Stato di diritto, dell’universalità e dell’indivisibilità dei diritti umani, nonché il rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, sono al centro della politica estera e di sicurezza comune dell’UE, conformemente all’articolo 21 TUE e all’interesse strategico dell’Unione, e dovrebbero essere rispecchiati in modo efficace e coerente in tutti gli ambiti delle relazioni dell’Unione con i paesi terzi.

Il Parlamento esorta l’Unione europea e gli Stati membri a sviluppare una strategia esplicita per contrastare la crescente tendenza degli Stati a recedere e opporre resistenza rispetto al quadro internazionale dei diritti umani, in linea con gli impegni dichiarati per il multilateralismo nel piano d’azione per i diritti umani e la democrazia, nonché i tentativi a livello internazionale di minare il concetto di diritti umani quale stabilito nella Dichiarazione universale dei diritti umani; il diritto internazionale in materia di diritti umani e la promessa di conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030 dovrebbero rimanere pietre angolari; raccomanda che l’Unione europa prosegua la sua azione impegnandosi con paesi e portatori di interessi che possano condividere o meno i valori dell’UE, al fine di preservare o innalzare gli standard internazionali in tema di diritti umani, in linea con l’articolo 21 TUE

Il Parlamento chiede agli Stati membri di rendere più efficace la politica estera e di sicurezza dell’UE applicando la regola del voto a maggioranza qualificata in seno al Consiglio in particolare relativamente a questioni concernenti i diritti umani rientranti nel piano d’azione dell’UE per i diritti umani e la democrazia e all’adozione di sanzioni; invita gli Stati membri a rappresentare l’UE con un’unica e autorevole voce nelle sedi multilaterali e ad agire all’unisono dinnanzi a crisi che mettono in discussione i valori e gli interessi fondamentali dell’Unione europea, poiché solo in questo modo l’Unione potrà svolgere un ruolo di primo piano sulla scena internazionale e utilizzare la sua influenza per produrre cambiamenti positivi e risposte più coordinate alle sfide globali, in primo luogo la promozione e la tutela dei diritti umani e le sfide legate all’ambiente e al clima.

Il Parlamento ha le idee chiare: l’Unione avrà riconoscimento, credibilità ed efficacia sulla scena mondiale solo se i suoi valori fondamentali, in particolare quelli del rispetto della democrazia, dei diritti umani, dello Stato di diritto e dell’uguaglianza saranno credibili all’esterno, e ciò sarà possibile solo se l’UE garantirà la coerenza interna ed esterna delle sue politiche in questi ambiti; invita l’UE e i suoi Stati membri a dare l’esempio, a difendere in maniera rigorosa i diritti umani, ad assicurare coerenza nella difesa e nell’adesione ai suoi valori e a garantire un ambiente favorevole alla società civile.

L’Assemblea di Strasburgo rinnova il suo appello affinché in tutti gli accordi internazionali, in particolare quelli commerciali e di associazione, tra l’UE e i paesi terzi siano sistematicamente incluse clausole relative ai diritti umani e affinché queste siano debitamente applicate e monitorate, anche attraverso parametri di riferimento misurabili e valutazioni d’impatto periodiche, con il coinvolgimento del Parlamento e della società civile; sottolinea che tali clausole dovrebbero prevedere meccanismi atti a garantirne l’effettiva applicazione e procedure che definiscano conseguenze chiare e credibili in caso di violazioni degli accordi, compresa la sospensione o, come ultima ratio, il ritiro dell’UE dagli accordi.

Si sottolinea che la promozione e la protezione della democrazia e dei diritti umani nei paesi terzi possono essere realizzate con efficacia soltanto ricorrendo a condizionalità negli incentivi economici e politici dell’UE, quali l’accesso ai finanziamenti dell’UE, la concessione del sistema di preferenze generalizzate (SPG) e di ulteriori agevolazioni tariffarie e la concessione di esenzioni dal visto UE Schengen

L’Assemblea di Strasburgo è del parere che la governance democratica e lo Stato di diritto siano sotto attacco a livello globale a causa di una combinazione di fattori, tra cui l’aumento dell’autoritarismo e del populismo, l’aumento delle disuguaglianze e della povertà, la pressione sulla società civile, la proliferazione di notizie false, la disinformazione, le minacce informatiche e la guerra ibrida, l’interferenza politica e le campagne condotte da attori esterni, la perdita di credibilità delle autorità pubbliche, la polarizzazione delle società e l’indebolimento delle organizzazioni collettive che difendono l’interesse pubblico.

Strasburgo chiede quindi che l’UE e i suoi Stati membri continuino a sostenere il rafforzamento delle istituzioni democratiche e dei processi elettorali trasparenti e credibili in tutto il mondo, per incoraggiare e scatenare il dibattito democratico, combattere le disuguaglianze, garantire il lavoro delle organizzazioni della società civile, sostenere il dialogo tra i diversi segmenti della società, combattere la corruzione e l’impunità e rafforzare l’indipendenza e l’imparzialità dei magistrati e il meccanismo di responsabilità; chiede che l’UE intensifichi ancor di più gli sforzi in materia di osservazione elettorale e rafforzi la cooperazione con le organizzazioni internazionali, soprattutto con quelle di particolare rilevanza come l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa; sottolinea che la corruzione e le violazioni dei diritti umani sono intrinsecamente collegate; invita l’UE a integrare la lotta alla corruzione nella sua agenda dei diritti umani; ribadisce il dovere dell’UE di proteggere le associazioni anticorruzione, i giornalisti d’inchiesta e gli informatori che lavorano per denunciare la corruzione e la frode.

Azione per il clima e diritti umani
afferma che la promozione e la tutela dei diritti umani e l’azione per il clima e l’ambiente sono aspetti interconnessi, in particolare perché il diritto internazionale in materia di diritti umani prevede vie legali per riparare i danni causati dal cambiamento climatico, per attuare misure di lotta al cambiamento climatico e per chiamare gli Stati, in particolare quelli che sono i più inquinanti, le imprese e i decisori a rendere conto delle loro azioni in risposta al cambiamento climatico; Sostiene un approccio inclusivo e basato sui diritti al fine di promuovere un’azione per il clima che garantisca la partecipazione del pubblico e l’accesso alla giustizia in sede di elaborazione, attuazione e revisione delle decisioni politiche relative ai cambiamenti climatici e alle loro conseguenze; afferma che la lotta contro il cambiamento climatico va di pari passo con l’assistenza e la protezione di coloro che difendono il pianeta e le sue risorse naturali, compresi i difensori della terra e dell’ambiente e le comunità indigene; Approccio dell’UE ai conflitti, responsabilità per le violazioni dei diritti umani e lotta contro l’impunità

Il Parlamento chiede inoltre all’UE di garantire che le donne impegnate nella difesa dei diritti umani vittime di violenza di genere abbiano accesso a meccanismi di protezione e risorse, di sostenerle politicamente, di aumentare gli stanziamenti finanziari per le organizzazioni della società civile indipendenti che promuovono i diritti delle donne e delle ragazze e di adottare, in allegato agli orientamenti dell’UE sui difensori dei diritti umani, uno strumentario che fornisca misure pratiche affinché l’Unione risponda meglio alle esigenze delle donne impegnate nella difesa dei diritti umani in tutto il mondo;

Diritti delle donne e parità di genere
invita la Commissione e gli Stati membri ad attuare la strategia per la parità di genere in modo coerente tanto all’interno quanto all’esterno dell’Unione e a intraprendere azioni efficaci e concrete per contrastare le forti reazioni avverse ai diritti delle donne, alla parità di genere e alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti;
ricorda che la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti e un’adeguata educazione sessuale sono diritti umani; invita l’UE e gli Stati membri a riaffermare i diritti inalienabili delle donne all’integrità fisica, alla dignità e all’autonomia decisionale e a sostenere l’universalità e indivisibilità di tutti i diritti umani in tutti i contesti, a difendere e promuovere in particolare i diritti maggiormente minacciati, quali i diritti alla salute sessuale e riproduttiva;

Chiede inoltre che l’UE e gli Stati membri promuovano l’uguaglianza di genere e la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti in tutte le loro azioni esterne, anche nei forum multilaterali e bilaterali, con particolare attenzione ai gruppi emarginati o vulnerabili, come le persone LGBTI, e con l’obiettivo di raggiungere una copertura sanitaria universale attraverso interventi correlati in materia di salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti e HIV;

Il Pe ricorda che la Convenzione di Istanbul, in qualità di primo trattato universalmente vincolante contro la violenza sulle donne e le ragazze e la violenza domestica, definisce il punto di riferimento per gli standard internazionali che devono essere ratificati e applicati; ribadisce che l’adesione dell’UE alla Convenzione di Istanbul è stata riconosciuta come una priorità chiave della strategia dell’UE per l’uguaglianza di genere 2020-2025; invita l’UE e tutti i suoi Stati membri che non l’abbiano ancora fatto a ratificare e attuare quanto prima la Convenzione di Istanbul; invita l’UE a collaborare con altri paesi per intensificare le loro azioni nel settore dell’istruzione, dell’assistenza sanitaria e dei servizi sociali, della raccolta dei dati, dei finanziamenti e della programmazione e per meglio prevenire e contrastare la violenza sessuale e di genere in tutto il mondo.

Ribadisce il suo appello all’UE e ai suoi Stati membri affinché intensifichino la cooperazione e il dialogo con i paesi terzi, dando priorità ai diritti e alla protezione dei minori, con l’obiettivo di rispettare i diritti dei minori in tutto il mondo e di garantire che nessun minore venga lasciato indietro Si invita quindi l’Unione a svolgere un ruolo di primo piano nella difesa dei diritti umani e nella lotta contro la discriminazione e la stigmatizzazione delle persone LGBTI, la cosiddetta terapia di conversione, le mutilazioni genitali e la sterilizzazione forzata delle persone transgender; chiede inoltre all’UE di utilizzare tutti gli strumenti diplomatici a sua disposizione per sostenere la decriminalizzazione delle relazioni sessuali tra partner dello stesso sesso consenzienti e per dare l’esempio nell’affrontare la violenza e la discriminazione basata sull’orientamento sessuale, l’identità di genere, l’espressione di genere e le caratteristiche sessuali, attraverso l’effettiva attuazione della nuova strategia per la parità delle persone LGBTI+, sia all’interno dell’UE che all’esterno; chiede all’UE e agli Stati membri di applicare in modo completo e coerente gli orientamenti dell’UE per promuovere e proteggere il godimento di tutti i diritti umani da parte delle persone LGBTI in tutte le sue politiche esterne;

Sottolinea che la pandemia di COVID-19 ha colpito duramente le comunità LGBTI, portando a un’impennata della violenza domestica contro le persone LGBTI costrette a restare in quarantena o a tornare in famiglie che le discriminano, a un aumento della disoccupazione e del numero di senzatetto, all’impossibilità di accedere a trattamenti medici salvavita come i servizi per l’HIV e l’assistenza medica legata alla transizione, e intensificando la tendenza a cercare un capro espiatorio; chiede di includere le persone LGBTI nei programmi di aiuto relativi alla COVID-19.
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Nell’Unione europea le donne guadagnano in media meno degli uomini. Per ogni euro guadagnato dagli uomini, le donne guadagnano 86 centesimi. La Giornata europea per la parità retributiva , che si svolge oggi 10 novembre, è una giornata verso il raggiungimento della parità retributiva tra donne e uomini nell’UE.

Al vertice sociale di Porto del maggio 2021, le istituzioni dell’Unione europea, le parti sociali e la società civile hanno rafforzato il loro impegno ad attuare il pilastro europeo dei diritti sociali .

Il pilastro stabilisce 20 principi chiave e diritti essenziali per mercati del lavoro e sistemi di welfare equi e ben funzionanti nel 21° secolo, compreso il principio 2 sulla parità di genere. Il piano d’azione del pilastro fissa tre nuovi obiettivi principali per il 2030 e invita gli Stati membri a dimezzare almeno il divario occupazionale di genere.

Il Capo I al punto2, Parità di genere, del pilastro dei diritti recita:

“La parità di trattamento e di opportunità tra donne e uomini deve essere assicurata e promossa in tutti i settori, anche per quanto riguarda la partecipazione al mercato del lavoro, i termini e le condizioni di occupazione e l’avanzamento di carriera“.

La realizzazione del pilastro è uno sforzo congiunto delle istituzioni dell’UE, delle autorità nazionali, regionali e locali, delle parti sociali e della società civile.

La proposta della Commissione sulla trasparenza retributiva, adottata il 4 marzo 2021, si concentra sul rafforzamento dell’applicazione del principio della parità di retribuzione per lo stesso lavoro o lavoro di pari valore tra uomini e donne. Consente ai lavoratori di rivendicare i propri diritti e incentiva le aziende a rivedere la propria struttura retributiva.

Nella proposta di Direttiva del Parlamento europeo e delConsiglio dell’Unione per rafforzare l’applicazione del principio della parità di retribuzione per lo stesso lavoro o lavoro di pari valore tra uomini e donne attraverso la trasparenza retributiva e meccanismi di attuazione si legge che “il diritto alla parità retributiva tra donne e uomini per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore è uno dei principi fondamentali sanciti dal trattato di Roma”.
Ma nell’Unione europea, il divario retributivo di genere continua ad attestarsi intorno al 14 %. Il divario retributivo ha ripercussioni a lungo termine sulla qualità della vita delle donne, le espone a un maggiore rischio di povertà e perpetua il divario retributivo pensionistico, che è pari al 33 %

La proposta della Commissione su salari minimi adeguati per i lavoratori , adottata il 28 ottobre 2020, sostiene la parità di genere contribuendo a colmare il divario retributivo di genere e a sollevare le donne dalla povertà, poiché più donne che uomini guadagnano salari minimi in Europa.

La Commissione affronta la sottorappresentazione delle donne nel mercato del lavoro migliorando l’equilibrio tra lavoro e vita privata dei genitori e degli assistenti che lavorano. Nel giugno 2019 l’UE ha adottato la Direttiva sulla conciliazione tra lavoro e vita privata , che introduce norme minime per i diritti alla paternità e al congedo parentale. La direttiva includeva anche i diritti al congedo di assistenza e modalità di lavoro flessibili per i lavoratori. Gli Stati membri hanno tempo fino al 2 agosto 2022 per recepire la direttiva nella legislazione nazionale.

L’iniziativa mira a modernizzare il quadro giuridico dell’UE esistente in materia di congedi per motivi familiari e modalità di lavoro flessibili. La proposta di direttiva sull’equilibrio tra lavoro e vita privata per genitori e tutori comprende:
introduzione del congedo di paternità. Padri/equivalenti secondi genitori saranno in grado di prendere almeno 10 giorni lavorativi di paternità intorno al momento della nascita del bambino, compensato, almeno a livello di indennità di malattia.
Il rafforzamento degli attuali diritto a 4 mesi di congedo parentale, per fare 2 dei 4 mesi non trasferibili da un genitore all’altro, e indennizzati a un livello da impostare dagli Stati membri. I genitori avranno inoltre il diritto di richiedere la fruizione del congedo in maniera flessibile (es. part-time o in modo frammentario).
Introduzione del congedo per badanti per i lavoratori che forniscono assistenza o sostegno alla persona a un parente o a una persona che vive nello stesso nucleo familiare. Gli accompagnatori che lavorano potranno usufruire di 5 giorni all’anno .
Estensione del diritto esistente di richiedere modalità di lavoro flessibile (orario di lavoro ridotto, orario di lavoro flessibile e flessibilità sul posto di lavoro) a tutti i genitori lavoratori di bambini fino ad almeno 8 anni e a tutti gli accompagnatori.
Il Consiglio ha adottato la proposta il 13 giugno 2019. La direttiva è entrata in vigore nel luglio 2019. La Commissione lancerà inoltre una campagna per sfidare gli stereotipi persistenti su donne e uomini, ragazzi e ragazze, in diversi ambiti della vita, compreso il lavoro.

La raccomandazione della Commissione sugli standard per gli organismi per la parità , adottata nel giugno 2018, ha aperto la strada a un migliore sostegno alle vittime di discriminazione, compresa la discriminazione retributiva.

APPROFONDISCI IL TEMA
Pagina web della Commissione sul divario retributivo di genere
Dati Eurostat sul Divario retributivo di genere
Studio Eurostat sui divari retributivi di genere nell’Unione europea
Ultimo Eurobarometro sull’uguaglianza di genere (2017)
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Il Forum mondiale della democrazia si sta riunendo dall’8 al 10 novembre a Strasburgo.
Il Consiglio d’Europa ha chiamato a riunirsi intellettuali, politici, attivisti, esperti e giovani di tutto il mondo per il Forum mondiale della democrazia “Può la democrazia salvare l’ambiente?”. I lavori sono iniziati con i saluti istituzionali e, subito dopo, entrati nel vivo del tema da affrontare e delle domande alle quali si vuole rispondere: Governi nazionali, organizzazioni internazionali o cittadini: chi dà l’esempio e scandisce il ritmo? Che tipo di governance è maggiormente in grado di affrontare le sfide ambientali? Pubblico o privato: quale ruolo per ciascun settore? Le organizzazioni multilaterali esaminano i problemi globali proponendo soluzioni globali.

Dieci laboratori di idee, destinati a rispondere alle sfide da numerosi punti di vista e a presentare alcune delle azioni già attuate, contribuiranno a fornire una risposta democratica ai problemi affrontati nel corso del Forum. Oggi, 10 novembre alle ore 12, in occasione della sessione di chiusura, sarà assegnato il Premio dell’innovazione democratica del Consiglio d’Europa, che ricompenserà l’iniziativa più popolare proposta da questi laboratori di idee.
Parallelamente, si svolgeranno delle discussioni intorno ai seguenti temi: la democrazia deliberativa per il clima, i diritti umani per l’ambiente, i difensori dell’ambiente in pericolo, l’attivismo ambientale dei giovani, le relazioni tra biodiversità, cambiamenti climatici e ambiente sano.

Sarà inoltre presentata l’iniziativa dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa #EnvironmentRightNow, lanciata nel novembre 2020 incentrata sul tema dell’ambiente. Il Forum ha inoltre selezionato 13 cortometraggi realizzati in Francia, Estonia, Finlandia, Grecia, Germania, Italia, Spagna, Canada, Israele, Indonesia, Kenya e Brasile, che presentano delle persone che sostengono attivamente iniziative ecologiche e organizzazioni della società civile di tutto il mondo.

Tutti i lavori sono trasmessi in diretta

IL PROGRAMMA COMPLETO
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