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La Commissione ha recentemente adottato le relazioni sullo stato dell’Unione dell’energia per il 2021, che, a quasi due anni dal lancio del Green Deal europeo, fanno il punto sui progressi compiuti dall’UE nella transizione verso l’energia pulita.

Secondo i documenti comunitari, se è vero che ci sono tendenze incoraggianti, saranno però necessari maggiori sforzi per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni nette di almeno il 55 % entro il 2030 e il conseguimento della neutralità climatica entro il 2050.

L’anno in corso preannuncia un decennio ampiamente considerato come decisivo per la lotta contro il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’inquinamento, guidati dall’esaurimento delle risorse naturali. Esso segna anche un passaggio importante dalla crisi del Covid-19 alla ripresa economica e dalla definizione dell’European Green Deal e delle sue strategie di accompagnamento per passare decisamente all’attuazione.
Il rapporto sullo stato dell’Unione dell’energia di quest’anno fa quindi il punto sull’intenso lavoro della Commissione con le altre istituzioni europee, gli Stati membri e i suoi partner internazionali sulla risposta dell’UE alla doppia sfida di raggiungere una ripresa dagli impatti della crisi COVID-19 e del cambiamento climatico.

Gli ultimi dati disponibili indicano che il consumo di energia primaria dell’UE è diminuito dell’1,9 % e il consumo finale di energia dello 0,6 % nel 2019 rispetto al 2018; La dipendenza netta dalle importazioni di energia dell’UE ha raggiunto il 60,6% nel 2019 rispetto al 58,2% nel 2018 e al 56% nel 2000; il livello più alto degli ultimi 30 anni; Mentre le sovvenzioni ai combustibili fossili sono diminuite leggermente nel 2020, scendendo a 52 miliardi di euro da 56 miliardi di euro nel 2019, ciò è dovuto al calo del consumo tra le restrizioni legate al COVID-19.

Ad oggi, nove Stati membri hanno eliminato gradualmente il carbone, 13 hanno preso impegni nazionali per farlo entro una certa data, quattro stanno considerando possibili date e solo uno non ha ancora uno non ha ancora iniziato le discussioni nazionali sull’eliminazione graduale; I prezzi dell’energia hanno oscillato quando l’economia si è contratta a causa della crisi Covid-19 e poi ha iniziato a riprendersi.
A causa dei combustibili più economici, della domanda contenuta e della rapida espansione della generazione rinnovabile, i prezzi dell’energia all’ingrosso sono scesi bruscamente nel 2019. I prezzi negativi dell’elettricità si sono diffusi nel 2020.

Nel 2020 le energie rinnovabili hanno superato i combustibili fossili diventando la prima fonte energetica nell’UE e generando il 38 % dell’energia elettrica rispetto al 37 % dei combustibili fossili. Ed è la prima volta. 9 Stati membri dell’Unione europea hanno già eliminato progressivamente il carbone, 13 si sono impegnati a fissare una data di eliminazione progressiva e 4 stanno valutando eventuali tempistiche.

Rispetto al 2019, nel 2020 le emissioni di gas serra dell’UE-27 sono diminuite di quasi il 10 %, un calo senza precedenti dovuto alla pandemia di COVID-19, che ha portato a una riduzione complessiva delle emissioni del 31 % rispetto ai livelli del 1990.

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