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Stiamo vivendo uno dei periodi più difficili dell’epoca moderna. L’epidemia da COVID-19 sta provocando nel mondo intero una crisi profonda che investe tutte le sfere dell’essere umano.

L’immagine di Papa Francesco che, in un Vaticano deserto e sotto la pioggia battente, pronuncia parole di speranza e nel contempo di amara condanna nei riguardi dello scempio commesso dall’uomo nei riguardi del Pianeta, resterà per sempre il simbolo ed il monito di questo periodo.

L’emergenza da COVID-19 ha fatto esplodere contraddizioni e deficienze strutturali che coinvolgono tutti i Paesi del mondo.

L’Unione europea rischia di frantumarsi, vittima del suo sistema intergovernativo che molte volte ha mostrato limiti e farraginosità che ne hanno compromesso il funzionamento. Basti pensare al recente passato ed all’approccio sconnesso al tema delle migrazioni.

E’ sufficiente in queste ultime settimane dare un’occhiata ai social network, ai sondaggi, ai contenuti alcuni media, alle dichiarazioni di alcuni uomini politici per capire che l’Unione vive un periodo di impopolarità che, se non frenato, rischia di essere irreversibile e di avere conseguenze drammatiche.

Scrive sulla Nazione-Resto del Carlino-Giorno il 29 marzo Antonio Noto, direttore ‘Noto Sondaggi’, che il sentimento negativo verso l’Europa riguarda ormai anche gli europeisti più ferventi. La loro fiducia verso l’Ue, infatti, sottolinea Noto, “è crollata al 25%, basti pensare che nel periodo pre-epidemia questo indice era comunque al 34%, ed il 64% dei cittadini si professava “europeista convinto” contro il 49% di questi giorni, quindi con una perdita in poche settimane del 15% del consenso”. C’è però un problema comunicativo e politico di fondo: occorre ribadire con forza ai cittadini europei che è questa Europa che non funziona. Lo diciamo noi dell’AICCRE e della forza federalista da decenni.

Nell’approccio alla lotta al COVID-19 le carenze dell’Unione si sono manifestate in pieno ed in modo drammatico. Sono infatti emersi con evidenza gli egoismi nazionali dei Paesi che compongono l’UE, nonostante una emergenza senza precedenti. E’evidente, anche dagli ultimi accadimenti, che il malfunzionamento dell’UE risiede nella prerogativa delle decisioni da parte del Consiglio europeo, inadeguato nel trovare accordi per far marciare in senso coeso l’Unione europea.

In questa fase diamo atto al Parlamento europeo ed alla Commissione europea di aver messo in campo interventi straordinari contro il COVID-19 utilizzando lo spazio concesso loro dai Trattati.

Abbiamo una grande opportunità concreta di ridisegnare l’Unione europea: la Conferenza sul futuro dell’Europa, che a questo punto diventa uno strumento di cambiamento attraverso il quale costruire una Europa coesa e federale, almeno con i Paesi che vorranno. Essa non dovrà basarsi sui vecchi Trattati, ma su uno nuovo che dia vita ad un’Europa federale.

Noi dell’AICCRE chiediamo un’Europa aperta al mondo, un governo politico europeo, controllato dal Parlamento europeo, una unione fiscale, un governo economico ed un ruolo politico più importante per gli enti locali e regionali, che devono essere coinvolti strutturalmente e permanentemente nelle decisioni che li riguardano.

“La storia ci guarda”, da detto recentemente Ursula von der Leyen davanti al Parlamento europeo, “possiamo usare questa tempesta per assicurarci che potremo resistere meglio alla prossima”. Parole non solo condivisibili ma stimolanti per proseguire la nostra battaglia politica e vincerla.

Un’altra questione emersa dalla crisi legata alla pandemia è la fondamentale importanza sotto molteplici aspetti degli enti locali e regionali. Abbiamo espresso loro la vicinanza dell’AICCRE. Gli amministratori locali sono ancora una volta impegnati in prima linea. L’ emergenza sanitaria rischia di sfilacciare il tessuto sociale dei territori, eppure i sindaci, pur tra tante difficoltà, stanno reagendo uniti, con enorme senso civico e responsabilità, coscienti di essere non solo i fornitori dei servizi ai cittadini, ma i rappresentanti dell’istituzione più vicina alle persone. I sindaci ed i loro cittadini stanno facendo emergere sentimenti di solidarietà e coscienza civile e questo ci da speranza per il futuro.

Speranza sostenuta… dall’etimologia. “Crisi” deriva dal verbo greco krino = separare, cernere, in senso più lato, discernere, giudicare, valutare. Un momento di crisi cioè di riflessione, di valutazione, di discernimento, come l’attuale, può trasformarsi nel presupposto necessario per un miglioramento, per una rinascita, per un rifiorire prossimo.

Abbiamo oltretutto strumenti concreti per farlo. Per quanto concerne l’Europa ed il suo assetto abbiamo già detto della Conferenza sul futuro dell’Europa.

In un mondo globalizzato, dove lo sono anche i grandi problemi dell’umanità, occorre reagire e trovare soluzioni a livello mondiale. L’evoluzione e la diffusione della pandemia COVID-19 ha mostrato che siamo tutti interconnessi, nel bene e nel male.

Temi quali l’ambiente, la lotta al cambiamento climatico, la lotta alla povertà, alla fame, la necessità di un sistema sanitario efficiente per tutti, la lotto contro le diseguaglianze, la costruzione di un futuro nel quale le città siano sostenibili, il bisogno di pigiare l’acceleratore sulla cooperazione internazionale: tutti temi racchiusi nell’Agenda 2030 dell’ONU, che è uno strumento concreto di cambiamento, suggerisce tra l’altro una visione d’insieme e di unità, sintetizzando il concetto espresso nei giorni scorsi da Papa Francesco: “nessuno si salva da solo”.

Dopo la fine della pandemia, che ci auguriamo avvenga presto, occorrerà concentrarsi maggiormente su Agenda 2030.

L’AICCRE da anni sta lottando concretamente a livello nazionale ed internazionale per un mondo diverso, sempre più sostenibile e umano, come dichiara l’Agenda. Quest’ultima è diventata per l’Associazione il faro delle politiche nazionali e locali ed abbiamo formato centinaia di amministratori locali italiani affinché i 17 obiettivi contenuti in Agenda 2030 divenissero parte integrante della pianificazione territoriale.

Ribadiamo e rilanciamo, soprattutto in questo drammatico periodo, il nostro impegno per continuare a costruire un’Europa ed un mondo della fratellanza che ripartirà dopo l’emergenza con tutti coloro che crederanno nei valori della solidarietà reciproca sociale e economica, a partire dai sindaci e dagli amministratori locali.
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