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L’Unione europea sta intraprendendo una trasformazione del suo modello economico al fine di ridurre drasticamente le emissioni di carbonio, in linea con l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. La transizione climatica avrà un impatto particolare nei territori tradizionalmente dipendenti dalle industrie ad alta intensità di carbonio e dalla produzione di energia.

Per moderare questo rischio, la Commissione europea ha proposto un Fondo di transizione giusta (JTF) da 7,5 miliardi di euro in tali territori per passare a modelli economici con basse emissioni di carbonio. Il JTF finanzierà l’uscita dai combustibili fossili nelle regioni europee che più ne dipendono, o – per dirla con le parole della Commissione – farà sì che “nessuno resti indietro”.

Polonia e Germania, con le loro centrali a carbone e le industrie chimiche, si accaparrano la fetta maggiore dei 7,5 miliardi del Fondo. All’Italia andranno 364 milioni.

Il CCRE/CEMR aveva osservato a gennaio scorso che il progetto del Fondo solleva una serie di preoccupazioni che potrebbero comprometterne l’efficacia. Questo è il motivo per cui il CCRE/CEMR propone modifiche al progetto di legge della Commissione per garantire che il fondo proposto abbia un vero valore aggiunto ambientale e sostenga lo sviluppo dei territori che ne hanno maggiormente bisogno.

Il finanziamento del JTF non deve comportare tagli ai fondi di coesione, come il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo Plus (FSE +) e il Fondo europeo di sviluppo rurale agricolo (EARDF). Tali tagli alla coesione sarebbero particolarmente socialmente dannosi in un contesto di disparità regionali già in aumento.
Non dovrebbe inoltre essere obbligatorio l’obbligo di cofinanziare il Fondo di transizione equa con fondi del FESR o dell’FSE +. Poiché molti degli obiettivi ambientali del JTF sono inclusi nella politica di coesione, un semplice riassetto di tali fondi minerebbe la coesione, con scarso valore aggiunto ambientale.

I governi locali e regionali dovrebbero essere pienamente consultati nella stesura dei piani di transizione territoriale, conformemente al principio di partenariato. I piani di transizione devono essere adattati alle esigenze specifiche di ciascun territorio. Riteniamo che le regioni NUTS 3 altamente granulari siano il livello più appropriato per la pianificazione territoriale.

Le regioni non dovrebbero essere tenute a fornire in anticipo un elenco esaustivo di investimenti e azioni che saranno finanziati dal JTF. In pratica, le regioni non saranno in grado di fornire queste informazioni ed è necessaria una certa flessibilità.

L’assegnazione del JTF dovrebbe tener conto degli investimenti recenti o in corso da parte di territori che hanno già intrapreso azioni per la transizione climatica, spesso a costi considerevoli.
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In risposta alla crisi COVID-19, il Presidente del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa (CPLRE) Anders Knape ha affermato che: “le molteplici conseguenze della crisi senza precedenti causata dalla diffusione esponenziale di COVID-19 richiedono misure urgenti e azioni coordinate da parte di tutti i livelli di governo.

Questa crisi mette a rischio non solo le vite umane, ma anche il funzionamento delle nostre società e democrazie. Città, regioni e interi paesi sono bloccati. Diverse elezioni che avrebbero dovuto svolgersi sono state sospese, come in Francia per il secondo turno delle elezioni comunali o in Serbia per le elezioni parlamentari e locali”.

Oggi più che mai, ha continuato il Presidente, “dobbiamo agire collettivamente in tutta Europa, in uno spirito di solidarietà che deve essere espresso a tutti i livelli: europeo, nazionale, locale e regionale, nonché a livello di cittadini nelle rispettive comunità”.

Dobbiamo anche unire i nostri sforzi “per sostenere gli enti locali e regionali che, a causa delle loro particolari responsabilità e della loro vicinanza ai cittadini, sono in prima linea nel rispondere a questa grave crisi”.

In quanto assemblea politica composta da rappresentanti eletti locali e regionali di 47 Stati membri del Consiglio d’Europa, “il Congresso ha la capacità di mettere in comune le rispettive esperienze al fine di trovare risposte che possano essere attuate sul campo in tutte le comunità europee”.

Il comunicato di Knape si conclude con un invito alle delegazioni nazionali del CPLRE ad “agire in questo spirito di solidarietà e coordinamento”.
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Grande soddisfazione per la riconferma a Presidente del CCRE/CEMR di Stefano Bonaccini e per le nuove nomine a portavoce di 5 nostri delegati è stata espressa da Carla Rey, Segretario generale AICCRE, che ha messo in evidenza come “il lavoro dell’AICCRE di questi ultimi anni sia stato riconosciuto in Europa e ne siamo orgogliosi. Merito dell’impegno profuso dalla nostra delegazione che ha svolto un lavoro di squadra eccezionale, basato sulla presenza e sulla competenza L’AICCRE è sempre più presente nel territorio italiano per far crescere i nostri amministratori locali e renderli parti attive e compartecipanti ai processi decisionali che coinvolgono i poteri territoriali; decisioni che, è bene sottolinearlo con forza, in un mondo globalizzato ed interdipendente, prendono vita e si sviluppano soprattutto in ambito europeo e mondiale”.

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