SDG
1 – Porre fine a ogni forma di povertà nel mondo

Nonostante i notevoli progressi nella lotta contro la povertà a partire dal 1990, più di 800 milioni di persone, il 70% dei quali sono donne, vivono ancora in condizioni di estrema povertà. La nuova Agenda per lo sviluppo sostenibile si pone l’obiettivo di eliminare la povertà estrema entro il 2030.

Oltre l’obiettivo di sradicare la povertà estrema, l’Obiettivo 1 riguarda un approccio globale alla povertà nel suo complesso, ma pone anche un bersaglio sulle singole realtà nazionali di povertà. I poveri sono particolarmente vulnerabili alle crisi economiche e politiche, alle problematiche di biodiversità e degli ecosistemi, delle catastrofi naturali e della violenza. Per garantire che i popoli fuggiti alla povertà non ricadano di nuovo in essa, questo obiettivo prevede anche misure per rafforzare la resilienza al sostentamento e i sistemi di sicurezza sociale.

PROGRESSO VERSO L’OBIETTIVO 1 NEL 2017

Nonostante la povertà globale sia stata dimezzata rispetto al 2000, sono necessari sforzi più intensi per incrementare i redditi, alleviare le sofferenze e costruire la resilienza degli individui che si trovano ancora in stato di povertà estrema, in particolare in Africa subsahariana. Occorre ampliare i sistemi di protezione sociale e ridurre i rischi per paesi soggetti a catastrofi, che solitamente sono anche quelli più poveri.

· Si stima che nel 2013 767 milioni di persone vivevano sotto la soglia internazionale di povertà di 1,90 dollari al giorno, rispetto a 1,7 miliardi di persone registrate nel 1999. Questa cifra riflette una riduzione del tasso di povertà globale dal 28% nel 1999 al 11% nel 2013. Il progresso più significativo è stato registrato in Asia orientale e sud-orientale, dove la percentuale è scesa dal 35% del 1999 al 3% nel 2013. Invece, in Africa subsahariana il 42% della popolazione nel 2013 continuava a vivere in condizioni di povertà estrema.

· Nel 2016, appena meno del 10% dei lavoratori nel mondo vivevano mantenendo le loro famiglie con meno di 1,90 dollari a persona al giorno, rispetto al 28% nel 2000. Nei paesi meno sviluppati, circa il 38% dei lavoratori nel 2016 viveva al di sotto della soglia di povertà.

· I sistemi di protezione sociale sono fondamentali per prevenire e ridurre la povertà e le diseguaglianze in ogni fase della vita delle persone, sotto forma di sussidi per bambini, madri con neonati, persone con disabilità, anziani e le persone povere e disoccupate. I dati provvisori mostrano che nel 2016, solo il 45% della popolazione mondiale disponeva effettivamente di un sistema di protezione sociale e la copertura variava sensibilmente tra Paesi e regioni.

· Nel 2016, il 68% della popolazione in età pensionabile riceveva una pensione. Tuttavia, la media globale cela significative differenze regionali. In Oceania, escludendo Australia e Nuova Zelanda, e in Africa subsahariana, solo il 10% e il 22% rispettivamente delle persone al di sopra dell’età pensionabile nel 2016 riceveva una pensione.

· Anche altri gruppi vulnerabili sono sprovvisti di protezioni sociali. Nel 2016, solo il 28% della popolazione affetta da disabilità gravi riceveva sussidi di disabilità, solo il 22% dei disoccupati a livello mondiale riceveva sussidi di disoccupazione e solo il 41% delle donne che avevano partorito ricevevano sussidi di maternità.

· Costruire la resilienza delle persone povere e ridurre il rischio di catastrofi costituisce una strategia di sviluppo chiave per porre fine alla povertà estrema nei paesi più vulnerabili. Attualmente le catastrofi causano perdite economiche medie tra i 250 miliardi e i 300 miliardi di dollari l’anno. A livello globale il rischio di catastrofi è molto concentrato nei Paesi a reddito basso e medio-basso. In proporzione alla dimensione delle loro economie, i piccoli Stati insulari in via di sviluppo hanno subito un impatto eccessivamente pesante.

Fonte: Rapporto del Segretario Generale “Progresso verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile” E/2017/66

TRAGUARDI & INDICATORI


Il quadro globale per gli indicatori è stato sviluppato dal Gruppo inter-agenzie di esperti sugli indicatori per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (IAEG-SDGs) ed è stato stabilito in quanto punto di partenza pratico durante la 47° sessione della Commissione statistica delle Nazioni Unite tenutasi a marzo 2016. Il rapporto della Commissione, che includeva il quadro globale per gli indicatori è stato poi analizzato dall’ECOSOC durante la sua 70° sessione tenutasi a giugno 2016. Maggiori informazioni.

TRAGUARDI


1.1 Entro il 2030, eliminare la povertà estrema per tutte le persone in tutto il mondo, attualmente misurata tramite il numero delle persone che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno

1.2 Entro il 2030, ridurre di almeno della metà la percentuale di uomini, donne e bambini di ogni età che vivono in povertà in tutte le sue forme in base alle definizioni nazionali

1.3 Adottare a livello nazionale sistemi e misure di protezione sociale adeguati per tutti, includendo i livelli minimi, ed entro il 2030 raggiungere una copertura sostanziale dei poveri e dei
soggetti vulnerabili

1.4 Entro il 2030, garantire che tutti gli uomini e le donne, in particolare i poveri e i soggetti vulnerabili, godano di pari diritti rispetto alle risorse economiche, così come l’accesso ai servizi di base, la proprietà e il controllo sulla terra e altre forme di proprietà, eredità, risorse naturali, tecnologie moderne e servizi finanziari adeguati, tra cui il microcredito

1.5 Entro il 2030, costruire la resilienza dei poveri e dei soggetti in condizioni vulnerabili e ridurre la loro esposizione e vulnerabilità ad eventi estremi legati al clima e ad altri shock e catastrofi economiche, sociali e ambientali

1.A Garantire una significativa mobilitazione di risorse da una varietà di fonti, anche attraverso una maggiore cooperazione allo sviluppo, al fine di fornire mezzi adeguati e prevedibili per i paesi in via di sviluppo, in particolare per i paesi meno sviluppati, ad attuare programmi e politiche per porre fine alla povertà in tutte le sue forme

1.B Creare solidi quadri di riferimento politici a livello nazionale, regionale e internazionale, basati su strategie di sviluppo a favore dei poveri e attenti all’uguaglianza di genere, per favorire maggiori investimenti nelle azioni di lotta alla povertà

INDICATORI


1.1.1 Percentuale di popolazione al di sotto della soglia internazionale di povertà, per sesso, età, occupazione e provenienza geografica (urbana/rurale)

1.2.1 Percentuale di popolazione che vive al di sotto della soglia nazionale di povertà, per sesso ed età

1.2.2 Percentuale di uomini, donne e bambini di tutte le età che vivono in stato di povertà in tutte le sue foem secondo le definizioni nazionali

1.3.1 Percentuale di popolazione coperta da sistemi di protezione sociale/di base, per sesso, distinguendo bambini, disoccupati, anziani, persone con disabilità, donne in gravidanza, neonati, vittime di infortuni sul lavoro e persone povere e vulnerabili

1.4.1 Percentuale di popolazione che vive in alloggi con accesso ai servizi di base

1.4.2 Percentuale di popolazione adulta totale con diritti garantiti di proprietà della terra, con documentazione legalmente riconosciuta e che percepisce il proprio diritto a possedere la terra come una sicurezza, per sesso e tipo di proprietà

1.5.1 Numero di morti, dispersi e persone che hanno subito danni da catastrofi su 100.000 abitanti

1.5.2 Perdite economiche direttamente derivanti da catastrofi in proporzione al Prodotto Interno Lordo (PIL)

1.5.3 Numero di Paesi con strategie nazionali e locali di riduzione del rischio

1.A.1 Percentuale di risorse stanziate dai governi direttamente per programmi di riduzione della povertà

1.A.2 Percentuale di fondi totali erogati dal governo per servizi di base (istruzione, sanità e protezione sociale)

1.B.1 Percentuale di fondi e capitale erogati regolarmente dal governo per settori che favoriscono in maniera specifica donne e gruppi poveri e vulnerabili
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